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Borsa, Mediobanca: in ultimi 20 anni banche meno remunerative di industria

MILANO (Reuters) - Negli ultimi venti anni chi ha investito a Piazza Affari in titoli bancari ha quasi sempre perso, guadagnando solamente per due anni, rispetto a un impiego in titoli industriali, sempre vincente.

E' quanto emerge nell'edizione 2016 del rapporto 'indici e dati" di Mediobanca, in cui si analizza l'andamento della borsa italiana dal 1996 all'11 ottobre di quest'anno.

In generale l'investimento nella borsa italiana ha chiuso in positivo in undici anni su ventuno, ma a fare la differenza sono settori e scelta oculata, oltre ovviamente all'orizzonte temporale dell'investimento.

Dal 1996 il settore bancario ha realizzato una variazione positiva media su base annua dello 0,9% che equivale in termini cumulativi su circa ventuno anni al 20%, a fronte di un rialzo rispettivamente del 7,7% e del 367% circa per gli industriali.

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Escluso i due periodi iniziali le banche hanno sempre registrato un andamento medio annuo negativo.

Si comportano leggermente meglio gli assicurativi con un +1,5% medio annuo e +35,8% cumulato in un arco temporale che ha visto il comparto in positivo per solo cinque anni.

Complessivamente Piazza Affari ha registrato un guadgano medio annuo del 5,2%, che in termini complessivi sale ad oltre il 184%.

Se raffrontato con un investimento in Bot privo di rischio, sono pochi i casi in cui l'investimento in borsa ha offerto un rendimento medio annuo più alto. Ancora una volta il settore bancario è quello che ha espresso i rendimenti più bassi.

Esaminando in particolare le variazioni da fine 2005, le banche hanno avuto un rendimento medio annuo, includendo i dividendi, del -12,2% contro +1,9% dei Bot a dodici mesi. Solo l'industria ha superato l'investimento risk-free con +2% circa.

L'analisi dei dividendi evidenzia invece una ripresa negli ultimi anni dei tassi sul comparto bancario. Nel 2016 (dividendi sull'esercizio 2015) i gruppi bancari hanno raggiunto il secondo valore più elevato di 'dividend yield', pari al 4,4% sopra il 2,9% medio dal 1996, complessivamente ascrivibile alla dinamica dei prezzi.

Sempre nel 2016 le assicurazioni hanno toccato il massimo storico del 6,2% su una media del 2,5%, mentre le società industriali sono rimaste sostanzialemte stabili sui due anni precedenti poco sopra il 3%.

A livello di singoli titoli i rendimenti medi annui complessivi più elevati tre le blue chip esistenti dal 1984 sono: tra gli assicurativi Generali (GASI.MI) (+6,4%) e tra i bancari Intesa Sanpaolo (ISP.MI) ex Nuovo Banco Ambrosiano (+9,4%), Mediobanca (MDBI.MI) (+6,5%) e più staccata UniCredit (CRDI.MI) (+2,6%).

(Andrea Mandalà)

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