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Borsa Tokyo, Nikkei chiude in calo, investitori restano cauti su colloqui Usa-Cina

di Tomo Uetake

Tokyo (Reuters) - L'azionario giapponese chiude l'ultima seduta della settimana con segno negativo a causa dei persistenti timori che la legge Usa a sostegno dei manifestanti di Hong Kong possa ostacolare l'accordo commerciale tra Washington e Pechino.

Novembre tuttavia si chiude in rialzo ed è il terzo mese consecutivo con segno positivo.

Il Nikkei ha archiviato la sessione in ribasso dello 0,5% a 23.293,91, comunque in rialzo dell'1,6% su base mensile. Per la settimana, ha registrato un lieve guadagno dello 0,8%, primo rialzo settimanale in tre settimane.

Con la chiusura di Wall Street in occasione del Ringraziamento ieri, molti investitori sono rimasti alla finestra in attesa di vedere come i mercati Usa accoglieranno l'ultimo scontro tra Washington e Pechino sulla questione Hong Kong.

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La Cina minaccia intanto "ritorsioni" in risposta alla legge promulgata dall'amministrazione Trump a sostegno delle proteste anti-governative in corso nell'ex colonia britannica.

Secondo gli analisti i cali registrati a Hong Kong e nella Cina continentale avrebbero inasprito il sentiment degli investitori nella sessione borsistica pomeridiana, con l'indice Hang Seng in flessione del 2,0%.

"La domanda riguarda quali misure adotterà Pechino. L'ipotesi di lavoro per la maggior parte degli investitori è che ciò non farà deragliare i colloqui commerciali, dato il rallentamento economico di cui soffre la Cina", osserva Norihiro Fujito, chief investment strategist presso Mitsubishi Ufj Morgan Stanley Securities.

Il più ampio Topix è sceso dello 0,5% a 1.699,36, con tutti i sottosettori, tranne tre, in territorio negativo.

Il portale per la ricerca di ristoranti Kakaku.com e l'app Gurunavi segnano in chiusura rispettivamente -3,2%, e -3,9% su indiscrezioni stampa secondo cui sarebbe in corso un'indagine antitrust sulle presunte pratiche sleali di prenotazione da parte delle principali società del settore.

Il dollaro è stato scambiato a 109,48 rispetto allo yen <JPY =>, poco distante dal picco di sei mesi di 109,61 segnato mercoledì, e ha offerto supporto alle imprese orientate all'esportazione, con la debolezza della valuta domestica che sostiene i profitti realizzati all'estero quando vengono rimpatriati.

Il conglomerato industriale in crisi Toshiba ha guadagnato il 3,0%, mentre la Sony ha toccato il suo massimo intraday di 12 anni e mezzo prima di terminare la sessione a +0,1%.

Panasonic è avanzato del 2,3% dopo che il colosso dell'elettronica ha reso noto che venderà la sua divisione semiconduttori, in perdita, alla taiwanese Nuvoton Technology per 250 milioni di dollari.

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