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Borsa Tokyo in ribasso su crescenti timori coronavirus

Reuters
·2 minuto per la lettura
L'andamento dei titoli riflesso su un cartellone elettronico presso la Borsa di Tokyo

TOKYO (Reuters) - Oggi le azioni giapponesi hanno chiuso in ribasso per la quarta sessione consecutiva sui crescenti timori nel Paese di un'imminente crisi causata dal coronavirus, mentre continua a crescere in tutto il mondo il numero delle vittime.

L'indice Nikkei ha chiuso in ribasso dell'1,37% a 17.818,72, perdendo finora il 25% quest'anno.

Gli esperti hanno affermato ieri che il Giappone si trova sull'orlo della crisi sanitaria ed economica, considerato l'incessante aumento dei casi in tutto il Paese, e che si renderanno presto necessarie misure di lockdown e di restrizione della libertà personale dannose per l'economia.

"Alcuni investitori compreranno sul ribasso, ma si consiglia prudenza", ha dichiarato Hideyuki Ishiguro, senior strategist presso Daiwa Securities a Tokyo.

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"Molti speculatori vendono futures perché temono ulteriori perdite. È difficile prevedere quanti utili aziendali e quanti indicatori economici peggioreranno".

Oggi l'indice Nikkei ha registrato 28 titoli in rialzo contro 196 in ribasso.

Le maggiori perdite percentuali dell'indice sono state registrate dal gruppo di catene di grandi magazzini J.Front Retailing, in ribasso dell'8,15%, dal produttore di stampanti e prodotti di elettronica Seiko Epson, in calo del 7,39%, e dalla casa automobilistica Subaru che perde il 7,2% dopo aver dichiarato la sospensione della produzione mondiale.

Le maggiori percentuali di guadagno nell'indice sono state registrate dal produttore di petrolio Inpex, che ha guadagnato il 4,51%, dalla società di trasporto merci Yamato, che ha scambiato in rialzo del 3,46%, e dalla catena di alimentari Familymart che ha guadagnato il 2,59%.

Il più ampio indice Topix ha chiuso oggi in ribasso dell'1,57%.

Il volume delle azioni negoziate nella Borsa di Tokyo è stato di 1,64 miliardi, rispetto alla media di 2,07 miliardi degli ultimi 30 giorni.

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(Tradotto da Redazione Danzica, in redazione a Milano Maria Pia Quaglia, michela.piersimoni@thomsonreuters.com)