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Borse Asia-Pacifico calano su timori commercio nonostante dati Cina

14 marzo (Reuters) - Le borse della zona Asia-Pacifico sono oggi in netto calo a seguito dei nuovi timori per l'imposizione di nuovi dazi sull'import dalla Cina, nonostante i dati positivi da Pechino sulla produzione industriale.

Alle 8,10 circa ora italiana l'indice MSCI, che non comprende la borsa giapponese, perde lo 0,7%. TOKYO ha chiuso a -0,87%.

Il presidente Usa Donald Trump sta pensando a dazi fino a 60 miliardi di dollari di importazioni dalla Cina e intende colpire i settori della tecnologia e delle telecomunicazioni, secondo due fonti che hanno discusso della questione con l'amministrazione Usa.

E oggi il settore tech asiatico è tra i più negativi, in particolare titoli come LG Display, Tencent Holdings e Taiwan Semiconductor.

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"Una guerra commerciale su scala mondiale è improbabile, ma potrebbe non esserci molta pace sul fronte degli scambi", dice da Sydney Shane Oliver, Chief Economist di AMP . "Il rischio maggiore è una guerra commerciale Usa-Cina".

Il mercato intanto ha praticamente ignorato i dati migliori delle attese dalla Cina, dove la produzione industriale a gennaio ha accelerato a un ritmo sorprendente. Anche gli investimenti fissi hanno superato le attese, menre le vendite al dettaglio sono migliorate rispetto a dicembre.

"I nuovi dati cinesi sono molto incoraggianti" dice Craig James, chief economist di CommSec, da Sydney. "L'economia è ben piazzata per resistere a eventuali aumenti dei dazi Usa. Effettivamente, l'ufficio statistico cinese parla di 'crescita relativamente veloce' sia per l'export che per i consumi nel 2018".

SYDNEY cala anche oggi, appesantita dalle banche.

Anche SEUL ha chiuso in calo, interrompendo una serie positiva che durava da quattro giorni.

HONG KONG e SHANGHAI perdono terreno, soprattutto l'ex colonia britannica, in particolare i titoli legati al tech e alle telecomunicazioni. Prada perde oltre l'1%.

TAIWAN ha perso lo 0,5%, MUMBAI cala soprattutto per la performance negativa del comparto bancario; anche SINGAPORE perde terreno.