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Borse Asia sulla difensiva, pressione Trump su mercati emergenti

21 novembre (Reuters) - Le borse dell'area Asia-Pacifico sono oggi sulla difensiva, per il timore che dopo l'elezione di Donald Trump alla casa Bianca la forza del dollaro e il rendimento crescente dei titoli di Stato Usa possano accelerare la fuga dei fondi dai mercati emergenti.

L'indice MSCI, che non comprende Tokyo, alle 8,35 segna -0,05% a 423,35 punti. Il benchmark giapponese Nikkei ha chiuso invece in rialzo per la quarta seduta consecutiva, a +0,8%.

La vittoria a sorpresa del magnate newyorkese ha comportato una signficativa ripresa dei prezzi degli asset, con gli investitori che sono corsi ad acquistare dollari e titoli americani, mollando invece bond e mercati emergenti.

Il piano di Trump di ampliare la spesa fiscale, in particolare gli investimenti per le infrastrutture, potrebbe essere un elemento di svolta per i mercati, dopo un lungo periodo di mix tra rigore fiscale e allentamento della politica monetaria. Con la politica inflazionistica del nuovo presidente, la Federal Reserve potrebbe alzare i tassi d'interesse più rapidamente del previsto per tenere a bada l'inflazione, rendendo gli asset basati sul dollaro Usa più attraenti, a spese dei Paesi emergenti.

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"I mercati guidati dall'effetto Trump potrebbero già essere arrivati alla fine della corsa per il momento, per il momento" dice Toru Ohara, chief investment officer di Okasan Asset Management. "Un aumento dei tassi d'interesse non è, in generale, una buona cosa per i titoli azionari, specialmente per i mercati emergenti. Ma se si pensa che il rendimento dei bond Usa, che era in calo dal 1982, potrebbe aver toccato il fondo per cominciare a risalire, questo potrebbe comportare la fine del regime bassa crescita-bassa inflazione".

L'incertezza ha spinto gli investitori a chiudere sovrapprezzi maggiori per il debito Usa a lungo termine, con il rendimento a 10 anni dei bond del Tesoro Usa che ha accelerato al 2,364% della scorsa settimana rispetto all'1,86% di prima delle elezioni. Oggi è al 2,340%, con un aumento del 2,5% rispetto al picco del 2015.

Gli investitori hanno poche idee sulla effettiva attuazione delle proposte di Trump, tra cui quella di introdurre dazi doganali sui beni che arrivano dai principali partner commerciali, come Cina e Messico, e l'ulteriore taglio delle tasse che aumenterebbe il deficit di bilancio Usa. Per alcuni il bagno di realtà arriverà quando cominceranno a emergere le differenze tra la nuova amministrazione della Casa Bianca e la maggioranza repubblicana del Congresso.

** SHANGHAI guadagna lo 0,8% circa, con l'indice ai massimi livelli da gennaio, grazie ai titoli dei beni ciclici. "C'è un sacco di denaro in cerca di opportunità di investimento, dopo che gli acquisti immobiliari sono stati limitati, mentre il mercato dei bond sembra scricchiolare", dice Wu Kan, capo dell'equity di Shanshan Finance a Shanghai. "La valutazione dei titoli ciclici è relativamente bassa rispetto alle azioni di crescita e il settore potrebbe essere sul punto di risalire, diventando attraente per gli investitori".

** In territorio positivo anche HONG KONG. Prada però perde il 2,9%.

** SYDNEY ha chiuso a -0,15%, dopo che i titoli legati ai consumi e alla sanità hanno eroso i guadagni del settore energetico e di quello dei materiali.

** TAIWAN ha chiuso in rialzo dello 0,4%; mentre SEUL cala dello 0,43% e SINGAPORE dello 0,45%.

** MUMBAI perde l'1,2% mentre continuano le vendite di stock da parte degli investitori stranieri.

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