Borse: le Banche italiane sono un problema, e non solo per l’Ita
Vi ricordare lo spread a 500 punti? Era lo storico 2011/2012, i nostri Btp svenduti e la Borsa a picco. Ebbene i titoli bancari, sul listino di Piazza Affari, in quel periodo in cui si poteva ipotizzare un default dell’Italia, avevano quotazioni molto superiori a quelle che si registrano in questi giorni.
Anche oggi per il comparto è stata una seduta rovinosa, e la cosa peggiore è che non si sa quale possa essere il fondo. La strada che è stata imboccata porta all’eutanasia, noi lo ripetiamo da anni, ma probabilmente gli italiani preferiscono questa “fine” ad altre più traumatiche. Gli Stati, però, dopo un fallimento, risorgono a nuova vita, per cui è assolutamente preferibile che questo stillicidio finisca in fretta, oltretutto potremmo anche “risparmiarci” la fase più dolorosa.
Questo il bilancio odierno del nostro comparto bancario: Banco Popolare (Amsterdam: PB8.AS - notizie) (-8,75%), Banca MPS (Amsterdam: BJ6.AS - notizie) (-7,56%), BpM (Other OTC: BPMI - notizie) , (-7,04%), Bper (-4,51%), Ubi Banca (Amsterdam: UF8.AS - notizie) (-3,64%), Unicredit (EUREX: DE000A163206.EX - notizie) (-2,35%) e Mediobanca (Milano: MB.MI - notizie) (-2,04%) in totale solitudine, fra i rialzi di giornata, ecco Intesa Sanpaolo (Amsterdam: IO6.AS - notizie) (+0,63%).
E’ chiaro che con performances di questo tipo il nostro Ftse Mib (-0,88%) non può che soffrire, ancor di più guardando Parigi (+0,5%) e soprattutto Francoforte (+1,1%) che invece salgono.
Ma la speculazione non si accanisce solo nei confronti delle nostre banche, gli fa gola anche Saipem (EUREX: 577305.EX - notizie) (-4,53%) ed ecco che ad hoc arriva un bel dowgrade, un taglio di rating, ma non solo, anche un outlook negativo, insomma una bocciatura senza appello da parte di Standard & Poor’s, che indica ai lupi qual è la preda da aggredire, non importa se Societe Generale (Swiss: 519928.SW - notizie) e Macquarie nei giorni scorsi questo rating lo avevano alzato, comanda S&P, tutto il resto non conta nulla!
Diciamo … contrastato il risparmio gestito, Anima Holding (Dusseldorf: 124.DU - notizie) (-4,51%), Finecobank (MDD: FBK.MDD - notizie) (-2,07%) ed Azimut (Milano: AZM.MI - notizie) (-1,49%) in questa giornata vengono pesantemente vendute, mentre Banca Mediolanum (+2,31%) sale con convinzione.
Giornata da dimenticare anche per tutto il comparto petrolifero: Tenaris (Amsterdam: TS6.AS - notizie) (-3,39%) ed Eni (Euronext: ENI.NX - notizie) (-1,25%).
Ma rincuoriamoci dando uno sguardo alla parte alta della classifica, Campari (Milano: CPR.MI - notizie) (+2,94%) dopo una eccellente trimestrale si rammarica per aver stabilito il proprio massimo storico, arrivando a toccare quota 8,985 euro, ma non confermando l’exploit in chiusura.
Arriva poi il rimbalzo, al gran completo, del settore del lusso, risalgono Salvatore Ferragamo (Londra: 0P52.L - notizie) (+2,37%), Yoox Net-a-Porter (+1,69%), Luxottica (Milano: LUX.MI - notizie) (+1,15%), Moncler (+0,76%) e Tod’s (+0,17%).
Ed infine segnaliamo anche il guadagno di Prysmian (Amsterdam: PY6.AS - notizie) (+1,04%), pare proprio che quota 20 euro abbia tenuto, ed ora il titolo può puntare di nuovo verso i massimi storici stabiliti lo scorso agosto in area 22 euro.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro
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