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Borse: correzione alle porte. A Piazza Affari focus sulle banche

Di (KSE: 003160.KS - notizie) seguito riportiamo l'intervista realizzata ad Angelo Ciavarella, Head of business development per AFX Group, al quale abbiamo rivolto alcune domande sull'indice Ftse Mib e su alcune blue chips.

A livello intermarket si segnala la flessione dei prezzi del petrolio che stanno scivolando al di sotto dei 43 dollari al barile. Come valuta questo movimento e cosa prevede nel breve?

Uno dei temi chiave di cui nessuno parla a livello intermarket in questo momento è dato proprio dal petrolio. Da un mese e mezzo a questa parte il greggio ha perso quasi il 20%, ma nessuno ne parla e questo è un grande errore.
A mio avviso le quotazioni potrebbero scivolare verso l'area dei 40 dollari al barile dove dovrebbe fermarsi la discesa.

Oggi sono stati diffusi i dati di BP che ha registrato profitti in calo del 45% rispetto allo scorso anno proprio per il calo del petrolio.
Per quest'ultimo non mi aspetto scenari ribassisti pesanti come accaduto ad inizio anno e propendo di più per un movimento in range tra i 35/40 e i 50 dollari e solo se dovesse rompere da una parte o dall'altra andrebbe ad accelerare il movimento.

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A differenza del petrolio, l'oro continua a salire mantenendosi ben al di sopra dei 1.300 dollari l'oncia. Ritiene che il movimento ascendente sia destinato a proseguire?

L'oro da inizio anno si è apprezzato molto e trovo una grande discordanza tra le varie asset class e una scarsa correlazione intermarket. In America l'S&P500 continua a segnare nuovi massimi storici e fino a quando nessuno parla continuerà a salire.

E' vero che il mercato azionario americano è sempre stato quello che ha avuto i P/E ratios più alti in assoluto, con società ben diversificate tra loro, ma non riesco a spiegarmi price earnings così alti in America.
Non trovo una correlazione tra il valore delle società in Borsa e gli utili e soprattutto con le prospettive macroeconomiche.

E se da una parte gli indici Usa continuano a salire, è singolare che lo faccia anche l'oro che tendenzialmente si apprezza quando l'azionario soffre, almeno stando alla correlazione degli ultimi anni.
L'oro è sui massimi di periodo con l'America su nuovi record storici e con Borse europee in recupero dai livelli post-Brexit.

La mia idea è che il gold possa apprezzarsi fin verso la soglia dei 1.400 dollari al barile e non vedo motivi per vendere l'oro in questo momento, considerate anche le tensioni geopolitiche in più parti del mondo.

Sul fronte delle valute cosa può dirci in merito al cambio euro-dollaro e al dollaro-yen?

L'euro-dollaro continua ad essere un non-trade, muovendosi da mesi in un range tra 1,09 e 1,12, senza registrare movimenti di altro tipo. Ed è giusto che non faccia altro visto che non ci sono grandi cambiamenti dal punto di vista economico.
Qualche chance ribassista per l'euro-dollaro si avrebbe in caso di rialzo dei tassi di interesse in America, ma ritengo un simile evento molto improbabile almeno fino alle elezioni presidenziali Usa.

Al ribasso l'euro-dollaro, in caso di flessione, potrebbe rivedere quota 1,05 e poi la parità, ma non credo che ciò possa accadere nel breve. In caso di rottura al rialzo avremo un primo target a 1,15 e un obiettivo successivo a 1,2, ma non vedo motivi al momento per comprare l'euro perchè è più facile che scenda e non che salga.

I due catalizzatori sono lo yen e la sterlina, quest'ultima per ovvi motivi legati alla Brexit, anche perchè tutti guardano in maniera molto attenta i dati macro che vengono diffusi di volta in volta in Gran Bretagna.
Sono stati resi noti gli indici PMI tutti al di sotto di quota 50, segnale di una contrazione economica, mentre per domani è atteso il dato preliminare del PIL che dovrebbe mostrare un rialzo dello 0,5%. Se questo aggiornamento dovesse disattendere le previsioni allora la sterlina potrebbe tornare nuovamente giù, ma a mio avviso il grosso del movimento è stato già fatto sia rispetto all'euro che al dollaro.

Il dollaro-yen è in pesante downtrend visto che è passato da 120 al di sotto di quota 110. Ora mi aspetto movimenti in trading range largo fino all'area 110, ricordando che lo yen è stato sempre una valuta molto volatile e ora ancora di più con le incertezze legate alla politica della Bank of Japan.

Alla luce di quanto detto fino ad ora, quale messaggio si evince per le Borse nel breve?

Mi aspetto una correzione delle Borse, ma non marcata, con un possibile ritorno dell'S&P500 in area 2.120/2.100, mentre il Dax30 potrebbe scendere verso i 9.800 punti.
A mio avviso la volatilità aumenterà ulteriormente a settembre nel momento ni cui ci si avvicinerà alle elezioni presidenziali Usa.

Piazza Affari la paragono ad un mercato emergente per la volatilità di cui è oggetto, anche perchè come detto l'altra volta in termini numerici basta poco per farlo muovere molto in termini percentuali.
Le banche si muovono parecchio e i movimenti del mercato sono proprio in funzione della volatilità del settore bancario. Dopo l'esito degli stress test la situazione potrebbe un po' stabilizzarsi, visto che l'esame della BCE (Toronto: BCE-PA.TO - notizie) dovrebbe essere superato nel complesso con l'eccezione di Banca Monte Paschi.

A parte singoli temi il leit motiv della Borsa italiana sarà quello delle banche, alcune delle quali hanno iniziato a raggiungere livelli interessanti.

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