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Borse deboli: ottimismo e scetticismo si combattono ad armi pari

Borse che partono ottimiste, aiutate anche dalla conferenza stampa di Mario Draghi, la prima dopo il referendum inglese. I mercati in pieno slalom si affidano (di nuovo) alla Bce (Toronto: BCE-PA.TO - notizie) .

L'ottimismo

La partenza vede Piazza Affari in leggero vantaggio con un +0,3% che però, dopo un'ora e mezza di contrattazione diventa -0,5%, trend che contraddistingue un po' tutte le altre borse del Vecchio Contnente, incerte sul da farsi prima delle parole di Mario Draghi. A sostenere l'ottimismo ci sono più fattori: le trimestrali statunitensi sono positive, gli stimoli monetari abbondanti ovunque e le banche centrali non hanno intenzione di cambiare le intenzioni circa le loro posizioni dovish. I mercati guardano alle strategie che la Bce potrà mettere sul tavolo a sono in pochi a credere che qualcosa di concreto sarà deciso oggi; la data più probabile, anche per vedere le conseguenze della situazione turca, pare essere l'8 settembre, giorno della prossima riunione.

La Bce

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Ed è proprio Mario Draghi che ancora una volta si trova, come il resto della diplomazia internazioanale (e nel suo caso anche finanziaria) a dover gestire il rally statunitense da molti visto con il fiato corto (le valutazioni sono troppo alte), le tensioni del settore del credito europeo e in particolare italiano, l'inoppugnabile realtà di una Brexit che il nuovo primo ministro inglese Theresa May dà per certa ma non prima della fine del 2016 le conseguenze del fallito golpe in Turchia e le incognite derivanti dalla vandetta del presidente Erdogan in atto sulla nazione.

La Turchia

Il caos che ha paralizzato la Turchia sta paralizzando anche il sentiment degli investitori sia sul breve che sul lungo periodo. Per quanto l'economia turca in generale si sia dimostrata forte e soprattutto elastica (anche a causa di una certa familiarità con i colpi di stato) e, alla fine, possa usufruire di un risultato positivo, dato tutto quello che sta avvenendo in questi giorni, sicuramente tutto ciò non potrà certo continuare negli anni avvenire. In altre parole è facile che la fuga di capitali dalla nazione sia una realtà concreta ancora per i prossimi mesi. Anche in virtù di quella volatilità politica e di quella instabilità che arrivano dai rapporti con le organizzazioni internazionali. Per questo motivo è difficile intuire quali possano essere gli sviluppi futuri per la nazione turca, per il suo rapporto con l’Unione Europea, gli Usa e la Nato stessa.

In questo momento Ankara si trova sul filo del rasoio: la complicità del silenzio internazionale sulla mattanza in atto si proietta anche sul settore finanziario e turistico, in particolar modo quest'ultimo, legato alla fiducia dei consumatori, alla sicurezza delle mete e all'oscillazione del cambio valutario.

E per l’Italia?

Stando alle proiezioni di JCI Capital Limited, società inglese indipendente specializzata in asset management e investment banking, sono diverse le aziende italiane impegnate su territorio turco. Prima fra tutti è la dibattuta questione di Unicredit (EUREX: DE000A163206.EX - notizie) che ha in mano oltre il 41% della banca turca Yapi Kredi, anche lei nel gruppo delle possibili dismissioni in atto da parte di Unicredit nell’ambito delle strategie di rafforzamento dell’istituto.

Tra le altre c’è Astaldi (Londra: 0DMQ.L - notizie) impegnata nel progetto del terzo ponte sul Bosforo, in quello della Baia di Izmit e diverse opere di infrastrutture all’interno del Paese. L’esposizione del portafoglio ordini rappresenta circa il 10,5%, 12-15% a livello di ebit. Al suo fianco, in tema di costruzioni, anche Cementir, vista la percentuale di capacità cementifera creata nella nazione, pari al 35%, ovvero il 23% del fatturato e al 22%-25% dell’ebitda. Cambiando settore e spostandosi verso i consumi, dalla Turchia arriva una parte sensibile del fatturato anche per Recordati (Londra: 0KBS.L - notizie) : per lei si parla del 5% del fatturato attraverso la controllata turca Recordati Ilac. Altro nome è quello di Azimut (Milano: AZM.MI - notizie) che ha in mano il 70% di Turkish Bosphorus Capital Portfoy, società di asset management turca.

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