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Borse Europa in rialzo, nonostante calo AstraZeneca su sospensione test vaccino

Il grafico dell'indice DAX all'interno della sede della Borsa di Francoforte

(Reuters) - Le borse europee rimbalzano leggermente dopo i forti cali visti nella sessione precedente, anche se il sentiment rimane fragile, dopo che AstraZeneca ha sospeso i test a livello globale per il suo vaccino contro Covid-19.

L'indice paneuropeo STOXX 600 avanza dello 0,7%, nonostante i cali nei settori più colpiti dalla pandemia. Il settore dei viaggi e tempo libero cede l'1,8%, mentre il comparto auto perde lo 0,5%.

Astrazeneca scivola dell'1,2% dopo aver sospeso i test in fase avanzata del vaccino sperimentale contro il coronavirus, a causa di una malattia inspiegabile contratta da un partecipante durante lo studio.

"La sospensione dei test del vaccino 'Oxford' dopo un'imprecisata malattia contratta da un soggetto dei test fa parte della procedura standard, ma rappresenta una fonte di preoccupazione", secondo Michael Every di Rabobank.

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In rialzo oltre lo 0,5% i settori difensivi, tra cui il comparto delle utilities, delle telecomunicazioni e il settore healthcare.

EasyJet cede il 5,1% un giorno dopo aver ridotto la propria programmazione dei voli, per via dei frequenti cambiamenti nelle restrizioni governative sugli spostamenti, danneggiando la domanda.

Ryanair , Iag e l'operatore di crociere Carnival perdono tra il 2% e il 4%.

Gli analisti non prevedono novità sulla strategia per i tassi d'interesse, concentrandosi invece sull'outlook della banca centrale sull'inflazione e su commenti sulla recente forza dell'euro.

"Il focus sarà sulla conferenza stampa di Christine Lagarde, se condivide i dubbi dei colleghi della Bce sull'euro in rialzo e sull'impatto sui prezzi, considerando però che un euro più forte risulterà in esportazioni Ue meno competitive", scrivono gli analisti di Maybank.

Gli investitori osservano anche gli sviluppi dei piani del Regno Unito per l'uscita dall'Unione europea, dopo aver pubblicato una legislazione riconosciuta da un ministro governativo come una "limitata" violazione delle leggi internazionali, fattore che potrebbe minacciare le trattative.