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Borse giù: pesa scontro Usa-Cina. Pochi titoli limitano i danni

Il rimbalzo di ieri è solo un lontano ricordo per la piazza azionaria giapponese che oggi ha vissuto una seduta ad altissima tensione. Sulla scia del pesante ribasso accusato ieri da Wall Street, il mercato nipponico ha subito quest'oggi un raid ribassista ancora più violento, con il Nikkei 225 in caduta del 4,51%.

A travolgere la Borsa giapponese sono state le crescenti tensioni tra gli Stati Uniti e la Cina dopo che il presidente Trump ha annunciato ieri dati per circa 60 miliardi di dollari sulle importazioni cinesi.
Non si è fatta attendere la risposta di Pechino che dopo la mossa di Trump ha presentato una lista di potenziali tariffe su prodotto provenienti dagli Stati Uniti per 3 miliardi di dollari.

A mettere sotto pressione l'azionario giapponese ha contribuito anche il forte apprezzamento dello yen nei confronti del dollaro, con il cambio sceso al di sotto di quota 105 per la prima volta da novembre 2016.

I timori crescenti di una guerra commerciale contagiano inevitabilmente anche le Borse europee che dopo la flessione di ieri continuano a perdere terreno. Il Ftse100 si difende meglio degli altri con un ribasso più contenuto dello 0,85%, mentre arretrano con più decisione il Cac40 e il Dax30 che flettono rispettivamente del'1,73% e dell'1,78%.
Per oggi in Europa non sono previsti dati macro di rilievo, ma è in agenda una riunione dei leader dell'Unione europea per discutere della Brexit e della nuova politica commerciale di Trump.

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Le vendite dominano la scena anche a Piazza Affari dove il Ftse Mib scende al di sotto dei minimi della viaggia e si presenta ora a ridosso dei 22.000 punti, con un ribasso dell'1,65%.

Tra le blue chips che provano a mantenersi a galla troviamo Enel (Londra: 0NRE.L - notizie) che oscilla intorno alla parità dopo la diffusione dei dati completi del 2017. Si difendono anche le altre utilities con Italgas in calo dello 0,13%, seguito da Terna (Amsterdam: TX6.AS - notizie) e A2A (EUREX: 928195.EX - notizie) che scendono dello 0,3%, lasciando più indietro Snam (Amsterdam: QE6.AS - notizie) che perde lo 0,8%.

A limitare i danni è anche Telecom Italia (Amsterdam: TI6.AS - notizie) che cala frazionalmente dello 0,12% dopo che il Cda ha convocato per il 4 maggio un'assemblea per l'integrale rinnovo del consiglio in seguito alle dimissioni di sette consiglieri in quota Vivendi (Londra: 0IIF.L - notizie) .

In fondo al Ftse Mib troviamo STM (Shenzhen: 000892.SZ - notizie) con un affondo del 3,7%, ma è pesante anche il bilancio di Tenaris (Amsterdam: TS6.AS - notizie) che perde il 3,38%, pagando pegno alla temporanea esenzione dai dazi Usa della Corea del Nord.
Male anche gli altri due protagonisti del settore oi, Saipem (Londra: 0NWY.L - notizie) ed ENI (Londra: 0N9S.L - notizie) , che arretrano entrambi di quasi un punto e mezzo malgrado il recupero dei prezzi del petrolio in direzione dei 65 dollari al barile dopo il ribasso della vigilia.

Segno meno per i bancari con Banco BPM e Intesa Sanpaolo (Amsterdam: IO6.AS - notizie) in rosso del 2,87% e del 2,34%, seguiti da Bper Banca e Ubi Banca (Amsterdam: UF8.AS - notizie) che scendono dell'1,88% e dell'1,73%, mentre Mediobanca (Milano: MB.MI - notizie) viaggia in rosso dell'1,45%. Si difende meglio Unicredit (EUREX: DE000A163206.EX - notizie) che cede lo 0,96% dopo che UBS (Londra: 0QNR.L - notizie) ha migliorato il giudizio sul titolo da "neutral" a "buy", con un prezzo obiettivo aumentato da 16,9 a 20,3 euro.

Sul fronte macro Usa oggi si guarderà al dato preliminare degli ordini di beni durevoli che a febbraio dovrebbero salire dell'1,6% dopo la flessione del 3,6% precedente, mentre al netto della componente trasporti si stima un progresso dello 0,5% dopo il ribasso dello 0,3% di gennaio.
Per le vendite di nuove case a febbraio le attese parlano di un rialzo da 0,593 a 0,611 milioni di unità.

In calendario un discorso di Raphael Bostic, presidente della Fed di Atlanta (BSE: ATLANTA.BO - notizie) , oltre al quale parlerà anche Neel Kashkari, a capo della Fed di Minneapolis.

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