Annuncio pubblicitario
Italia markets closed
  • Dow Jones

    38.022,14
    -438,78 (-1,14%)
     
  • Nasdaq

    15.546,76
    -165,99 (-1,06%)
     
  • Nikkei 225

    37.628,48
    -831,60 (-2,16%)
     
  • EUR/USD

    1,0737
    +0,0036 (+0,33%)
     
  • Bitcoin EUR

    60.109,61
    -377,88 (-0,62%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.396,14
    +13,56 (+0,98%)
     
  • HANG SENG

    17.284,54
    +83,27 (+0,48%)
     
  • S&P 500

    5.033,17
    -38,46 (-0,76%)
     

Borse in calo: tante zavorre sui mercati a partire dai dazi Usa

Si appesantisce l'atmosfera sui mercati che dopo aver aperto deboli accelerano al ribasso in seguito agli ultimi dati macro.

Dall'Ifo al Pmi

I numeri riguardanti l'indice Ifo sulla fiducia delle imprese della Germania, in calo a marzo da 115,4 agli attuali 114,7 punti, e quello delle Ifo sulle aspettative passato da 105,4 a 104,4, uniti a quello sulla situazione attuale che da 126,3 è arrivato a 125,9 punti, hanno fatto mettere la retromarcia alle piazze di scambio del Vecchio Continente. Alle 12.15 infatti, il Ftse Mib viaggiava a -1%, il Ftse100 a -0,64%, il Dax a -1,12% e il Cac 40 a -1,10%. Non solo, ma a peggiorare la situazione ci sono i dati sulle imprese private della zona euro con una crescita che nel primo trimestre è stata frenata dal peso dell'euro. E ancora: l'indice Pmi composito è arrivato a 55,3 dai 57,1 di febbraio mentre l'indice relativo al settore manifatturiero è sceso a 56,6 da 58,6 insieme al Pmi servizi a 55 da 56,2. Insomma una serie di numeri tendenzialmente pessimisti che vanno a rendere plumbea la situazione di fondo caratterizzata dalle incertezze provenienti dall'altro lato dell'oceano.

I dazi Usa sulla Cina

ANNUNCIO PUBBLICITARIO

Alle 17.30 ora italiana, infatti, è prevista del provvedimento voluto dal presidente Usa Donald Trump per i dazi sulla Cina. Una decisione presa in seguito ad alcune conferme arrivate dai dati dell'Us Census Bureau, secondo cui lo scambio ha registrato uno squilibrio a favore del Dragone: davanti ai 130 miliardi di dollari di esportazioni americane si stagliano imponenti i 506 miliardi di importazioni cinesi. Da qui la volontà di dare un limite a quanto finora visto. Anche in questo caso sono i numeri a parlare e si tratta di numeri altrettanto imponenti: i dazi Usa colpiranno oltre 100 categorie commerciali di articoli importati dalla Cina, con un impatto pari a circa50 miliardi di dollari. In contemporanea ci saranno anche misure restrittive per gli investimenti cinesi in Usa. Immediata la risposta di Pechino per voce del Ministero degli Esteri di Pechino, Hua Chunying, “La Cina non vuole combattere una guerra commerciale con nessuno” che ha confermato la posizione del Primo Ministro Li Keqiang, secondo cui la Cina non vuole combattere nessuna guerra commerciale ma, ha aggiunto “se ci sono forze che ci costringono a combatterne una, non saremo spaventati, né ci nasconderemo”. Per questo motivo, dunque, “la Cina dovrà compiere passi risoluti e necessari per proteggere i suoi interessi legittimi”.

La nuova rivoluzione cinese

Da parte sua la Cina si trova in un momento molto delicato: prima di tutto per il cambio epocale delle regole costituzionali che lo scorso 11 marzo hanno visto la cancellazione dei limiti temporali del mandato presidenziale. Grazie a queste nuove norme votate dall'Assemblea Nazionale del Popolo l'attuale presidente Xi Jinping potrebbe restare in carica a vita come a suo tempo fu per Mao, con la sola differenza, non certo marginale, che la Cina di Mao era un colosso che iniziava un viaggio incerto verso la modernizzazione, quella di Xi è la seconda (e secondo alcuni parametri addirittura prima) potenza economica mondiale. Un'economia, tra l'altro, in piena evoluzione dal momento che si sta svicolando da una forte dipendenza dall'export verso un rafforzamento di una più complessa domanda interna.

Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online