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Borse: manca un segnale di inversione. Le strategie nel breve

Le certezze sui mercati continuano a trascinare i listini al rialzo anche se, in effetti, il sospetto di un cambio della guardia si sta insinuando. Dall'inizio dell'anno è ancora presenta un ottimismo di fondo. Ma per quanto? A rispondere è Antonio Landolfi Trader Master presso la Trading Room Academy (ant.landolfi@libero.it)

Chiuso gennaio, si è archiviato il primo mese dell'anno. E' possibile fare una panoramica sui primi trenta giorni del 2017?

“Il senso del primo articolo del nuovo anno, con il quale colgo l’occasione…”, lo confesso, sono stato fortemente tentato di fare un copia e incolla del precedente articolo visto che in apparenza sui mercati non è cambiato quasi nulla, o meglio non è cambiato quasi nulla nella testa della maggior parte dei trader; anzi paradossalmente nel caso specifico dell’S&P500, sembra quasi che aver alzato l’asticella facendo segnare un nuovo massimo assoluto (ed averlo vieppiù segnato in concomitanza di 2300, cifra tonda, sembra fornire un’argomentazione in più al partito dei “ribassisti convinti”) rafforzi ancora di più la convinzione che “più in alto si va, tanto più certa è la discesa e tanto più forte è la caduta”!

Premesso ancora una volta che non ho nulla contro tale visione e che in questo momento vorrei avere anch’io tali certezze, a tale visione, se prescindiamo da possibili piccoli storni, manca l’elemento fondamentale che chi segue i miei corsi conosce benissimo: UN VERO SEGNALE DI INVERSIONE! E possibilmente su time-frame elevati. E’ pur vero che tale situazione non è proprio univoca su tutti i mercati ed allora occorre procedere con ordine.

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Sul nostro future la correzione arrivata con la rottura del minimo della congestione a 19020, come atteso, non ha provocato danni eccessivi raggiungendo l’area eventualmente consigliata per gli acquisti di 18640 e con la successiva chiusura settimanale nuovamente al di sopra dei citati 19020 punti. La vera variazione avvenuta è che ora, però, il future deve per forza accelerare cercando di sfruttare la positiva figura settimanale; infatti da quella figura di reazione deve tentare di andare all’attacco delle innumerevoli resistenze che in sequenza quasi continua ora gli sbarrano la strada ad ogni passo: 19170-19270-19385-19460 e 19670. Con le resistenze così ravvicinate fra di loro, stante anche la volatilità che potrebbe derivare dall’operazione Unicredit, è giocoforza operare il più possibile vicino alle resistenze importanti, stringendo gli stop. Per cui lo short è possibile solo a 19460 e 19670, stop 19780, target 19020. Viceversa però i supporti ora non sono più così vicini ed infatti qualora ritornasse velocemente sotto i 19020 troverebbe solo i 18770 come valido supporto prima di 18330. Sui supporti suggerisco il buy solo sul supporto importante indicato di 18330, stop 18210 e target 19010.

Quali i titoli Buy a Piazza Affari?

Per quanto riguarda i titoli suggerirei un’operatività variegata su titoli non di primissimo piano: sui bancari mi sembra interessante Banca Popolare di Sondrio per un buy al superamento di 3,52, stop 3,48, target 3,74. Meritano un buy: Cairo Communication buy 3,632, stop 3,57, target 3,82; Ferrari buy 58,10, stop 56,7, target 64,20; Marr buy 18,17, stop 17,90, target la rottura dei 19,40.

Starei attento al titolo CNH Industrial se dovesse ritornare al di sotto di 8,54.

Per quanto riguarda il future sull’indice tedesco DAX30, è stata confermata in pieno la tendenza solo inerziale che “svogliatamente” si è spinto fino anche agli 11895 punti, ma la cui mancata decisa chiusura settimanale al di sopra dell’importante livello di 11807 (chiusura 11809), ha generato un movimento correttivo che però non ha intaccato minimamente il supporto suggerito di 11445 punti. Tale movimento non ha sostanzialmente cambiato la situazione, spostando solo la resistenza che ora collocheremo ad 11895 ed il supporto che si alza a 11586 che, pur senza entusiasmo, è da preferire come base operativa. Per cui buy ad 11585, stop 11505, target 11880. Il sell è preferito solo alla rottura/riassorbimento di 11445, stop 11507, target 11010-10827.

Su tale indice mi preme maggiormente segnalare i titoli dai quali stare alla larga in quanto hanno una potenziale pessima impostazione di breve termine: esattamente eviterei i 2 titoli automobilistici BMW e Daimler ed allo stesso modo eviterei il gigante della chimica Henkel. Per il buy mi limiterei a 2 soli titoli: Infineon buy 17,18, stop 17,01 , target 19,19 ; SAP buy 82,80, stop 81,20, target 86,40.

Record su record per Wall Street ma, parallelamente, anche i timori che la strada al rialzo non sia infinita

Eccoci infine alla nota dolente dell’indice più in forma ma più difficile da cavalcare. Il future sull’indice americano S&P500 è paradossalmente quello impostato meglio al mondo sui time-frame più alti, ma contemporaneamente quello “più gufato” di tutti! E’ allora veramente difficile dare una speranza agli “shortisti” e contemporaneamente, correttamente, impostare un’operatività rialzista. La speranza per i ribassisti passa dall’incapacità fin da lunedì di superare i 2300 punti, o meglio di superarli di poco e tornare subito al di sotto dei 2286, per poi tornare ad appoggiarsi ai 2275,50 e infine chiudere la settimana sotto 2262. Qualsiasi altra strada sarà molto diluita nel tempo. La corretta operatività rialzista, con basso rischio, prevede appunto il buy a 2275,50, stop 2264, target …work in progress.

E’ più interessante dedicarsi a qualche titolo dove è possibile dare dei livelli di acquisto : Amazon buy 724, stop 696, target 830; Comcast Corp buy 68,40, stop 65,80, target 76,80; Netflix buy 129,50, stop 124, target la rottura dei 143; Yahoo buy 40,99, stop 39,4, target 45.

Mi terrei contemporaneamente alla larga dai titoli Cognizant, Facebook qualora dovesse tornare sotto 130,32 e infine eviterei il titolo Intel.

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