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Borse positive, ma estremamente volatili

Una di quelle sedute nelle quali non si riesce ad apprezzare un buon rialzo. Nei primissimi minuti di contrattazione il nostro indice principale schizzava oltre quota 16.900 punti, ricoperto da una valanga di acquisti. Neppure il tempo di capire quel che stava accadendo, però, che perdeva più della metà dei guadagni.

Su quota 16.800 punti, tuttavia, trovava una buona base di ripartenza e si riprendeva a salire. Quando a Wall Street i trader cominciavano a pigiare sulle loro tastiere l’ottimismo pervadeva sempre più i mercati ed ecco che il nostro Ftse Mib (+0,99%) arrivava in prossimità di un livello che da diverse sedute si sta rivelando una barriera: quota 17.000 punti.

Sembrava proprio la giornata giusta non solo per superare quel livello, ma per lanciarsi verso obiettivi ben più ambiziosi, i nostri titoli bancari stavano volando con l’eccezione di Unicredit (EUREX: DE000A163206.EX - notizie) e l’indice principale di Piazza Affari è stato nettamente il più penalizzato nel dopo-Brexit (la media delle quotazioni degli ultimi dodici mesi è più in su di 2.600 punti!!!), quindi dovremmo avere noi i maggiori margini di risalita rispetto a tutti gli altri listini del Vecchio Continente.

Ed invece …

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Quota 17.000 punti anche oggi si è dimostrata una barriera insormontabile, e il guadagno si è decisamente ridimensionato, al fixing il nostro Ftse Mib ha fatto segnare 16.863,01 punti, e da qua bisognerà ripartire.

Giornata vietata ai deboli di cuore per gli azionisti di Fiat Chrysler (-1,90%) nel giorno della trimestrale. Il titolo fin dalle prime battute veleggiava attorno a quota 6,5 euro facendo segnare un’ottima performance in fiduciosa attesa dei dati. Arriva la trimestrale e le quotazioni del titolo “istantaneamente” crollano a quota 6,075 euro, naturalmente viene immediatamente sospeso dalle contrattazioni visto che era precipitato di 7 punti percentuali!!! Cos’era accaduto non si sa, forse un errore di comunicazione, fatto sta che la trimestrale non era male e, riprese le contrattazioni, il titolo tornava a salire. A questo punto è avvenuta esattamente la cosa contraria … il titolo sale, sale e sale ben oltre quel che la logica avrebbe fatto supporre arrivando su quota 6,58 euro. Presi dalle vertigini i trader hanno ritenuto doveroso cominciare ad alleggerirsi. Alleggerisciti tu che mi alleggerisco io e ben presto le vendite son diventate una slavina e non si sono fermate neppure dopo che le quotazioni sono scese nuovamente sotto la soglia della parità. Alla fine ha tenuto questa quota (6,20 euro) ed il ribasso si è mantenuto entro i due punti percentuali.

Come detto l’altro titolo protagonista di giornata è stato Unicredit. Finisce bruscamente ed amaramente il progetto di fusione Pioneer Investments- Santander Asset Management e la Banca di Piazza Cordusio si accorge che per smaltire la quantità industriale di sofferenze che ha in corpo deve cedere qualcosa, ed allora si pensa a Banca Pekao, ma non basta occorre anche un aumento di capitale di almeno 5 miliardi. Insomma questo il risultato finale: Unicredit (-4,10%) e Finecobank (MDD: FBK.MDD - notizie) (-4,21%).

Ma anche in vetta alla classifica abbiamo storie molto interessanti: Stmicroelectronics (Amsterdam: ST8.AS - notizie) (+10,46%) vola nell’iperspazio dopo aver annunciato che i propri ricavi sono diminuiti “solo” del 4,3%. Le quotazioni del titolo sono arrivate così in area 6,5 euro, un livello che non si riscontrava da circa otto mesi.

Gran balzo anche per Telecom Italia (Other OTC: TIAJF - notizie) (+7,79%) che tuttavia chiude distante dai massimi toccati in intraday, l’utile netto ad un miliardo di euro nel primo semestre aveva acceso l’entusiasmo del mercato soprattutto nella prima parte della seduta.

E concludiamo citando i forti guadagni di BpM (+5,57%), Salvatore Ferragamo (Londra: 0P52.L - notizie) (+4,70%), Bper (+4,60%), Unipol (Dusseldorf: 18319160.DU - notizie) (+3,78%), Mediobanca (Milano: MB.MI - notizie) (+3,50%), Saipem (EUREX: 577305.EX - notizie) (+3,19%) e Ferrari (Berlino: 2FE.BE - notizie) (+3,15%).

Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro

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Autore: Giancarlo Marcotti Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online