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Le Borse UE batteranno Wall Street? Le attese a Piazza Affari

Le Borse UE batteranno Wall Street? Le attese a Piazza Affari

Di (KSE: 003160.KS - notizie) seguito riportiamo l’intervista realizzata a Gaetano Evangelista, amministratore unico di AGE Italia.
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A Wall Street gli indici continuano a segnare nuovi massimi storici, ma nelle ultime giornate abbiamo avuto segnali di risveglio più convincenti anche in Europa. Cosa si aspetta per le Borse in quest’ultimo scorcio del 2016?

Sarebbe anche ora che le Borse europee inizino a far meglio dei dirimpettai d’Oltreoceano. Non ne faccio una questione fondamentale, visto che il mercato sa bene quali multipli assegnare ai listini, e se vale l’Eurostoxx con un Price/Earnings più basso di Wall Street, lo farà per legittimi motivi.

Ne faccio una questione macro e di analisi intermarket. La Borsa americana ha goduto di un contesto prima disinflazionistico, e poi deflazionistico. Ma ora che le aspettative inflazionistiche puntano risolutamente verso l’alto, ora che i tassi di interesse sono orientati a nord, ora che le curve dei rendimenti si dilatano; non vedo perché le Borse europee non possano iniziare a battere quella USA.

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Prescindendo dal fattore cambio, si nota come il rapporto fra i due principali indici atlantici sia attardato rispetto ai tassi di interesse. Un vistoso gap che potrebbe essere colmato, nei prossimi mesi.

Dopo il voto sul referendum Piazza Affari ha dato vita ad un bel rally che ha riportato il Ftse Mib sui valori pre-Brexit. Ci sono le condizioni per ulteriori rialzi nel breve sul nostro mercato?

È stato un rally molto intenso, ma il fattore momentum sul nostro mercato funziona meno brillantemente che altrove. Voglio dire che circostanze di crescita a doppia cifra in un arco di tempo ristretto come due settimane, a Piazza Affari, non producono il seguito che si osserverebbe su uno S&P500.
Oltretutto siamo sotto resistenza, siamo in ipercomprato e per giunta venerdì sera l’indice MIB ha formalizzato un Sell Sequential setup di DeMark.

Probabilmente – anzi, quasi certamente – la Borsa italiana si migliorerà più avanti. Ma a questo punto non mi sorprenderei se si assistesse ad un fisiologico rifiatamento.

Il dollaro continua ad esprimere grande forza nei confronti dello yen, ma ha guadagnato terreno anche rispetto all’euro. Quali sono le sue attese per queste due coppie di cambi?

Lo sanno pure i muri: il dollaro sale sulla scia di aspettative di aumento dei tassi di interesse negli Stati Uniti; attese peraltro rafforzate dall’elezione a sorpresa di Donald Trump.
Il punto però è stabilire le sorti del differenziali di tasso fra Stati Uniti e resto del mondo: è quello che governa i rapporti di cambio. E dovremmo anche tenere conto dell’inflazione, peraltro.

Ciò premesso, rilevo al momento la presenza di una consistente proporzione di ottimisti. Anzi, a dirla tutta, si fa davvero fatica a scorgere qualche investitore che sul biglietto verde nutra aspettative bearish.

Ora, non dico che io sia ribassista, ma di certo provo disagio nell’andare lungo sul dollaro contro euro o contro yen, in simili condizioni di orientamento unilaterale.
È chiaro che dovesse saltare l’argine venutosi a creare a 1.04 dollari, l’euro scivolerebbe verso l’unità. Anzi, l’analisi tecnica suggerirebbe a quel punto una proiezione a 0.985 dollari per euro.
Ma preferisco intervenire senza anticipare il mercato, in questo momento.

I broker hanno segnalato un’attività molto intensa sugli ETF bearish sulla borsa italiana. Condivide questa indicazione, e che ripercussioni può avere questo sul mercato?

Sì, ho fatto anch’io la stessa riflessione. Soltanto se considerassimo i due ETF bearish più popolari sull’indice MIB (l’XBRMIB e il BERMIB), calcoleremmo un turnover prossimo ai 100 milioni di euro.

In ottica contrarian, quando tutti sono talmente negativi da fare incetta di strumenti che speculano al ribasso, dovremmo saltare sul lato lungo del mercato.

Ma la borsa italiana non sempre ha rispettato questo dettato, e per esempio alla fine dell’anno scorso un volume anomalmente elevato di ETF bearish anticipò lo sbriciolamento del mercato.

Resto dell’idea che un ridimensionamento qui sia tanto probabile quanto auspicabile. Il rally correttivo non è ancora finito. La cattiva notizia è che dubito che il minimo di metà anno sia definitivo. Ma di questo parleremo magari la prossima volta.

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