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Borse Ue ancora confuse. Speranze da riforma fiscale di Trump

Per quanto sia ormai un fattore scontato e inglobato tra le incognite dei mercati, l'attentato in Francia ha comunque confermato quell'aria di scettica indifferenza che sembra aleggiare tra gli operatori.

La situazione sui mercati

Alle 13.30, infatti Piazza Affari registrava un vantaggio dello 0,22% a 19.891 punti, con un'oscillazione che fino a un'ora prima vedeva il Ftse Mib e tutto il resto delle borse europee in leggero calo. Un calo che è però recuperato in retta visto che sempre allo stesso orario il Ftse100 veniva fotografato a +0,10%, +',36% per il Dax, e solo il Cac40 di Parigi, per ovvi motivi, continua a restare in territorio negativo, seppur di poco con un parziale di -0,2%.

Primo nodo da sciogliere restano ancora le elezioni francesi sebbene il partito degli indecisi sarà quello determinante e, soprattutto, quello che potrebbe lasciarsi più facilmente influenzare dagli ultimi avvenimenti di cronaca e dalle tensioni che sono tornate alte nella nazione.

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Il fattore Usa

Le borse confermano perciò la capacità di gestire, anche da un punto di vista emotivo, le situazioni potenzialmente più estreme. L'impatto, infatti, per quanto negativo, è stato contenuto, un risultato che è arrivato anche grazie alle parole del segretario del Tesoro Usa Steven Mnuchin che ha riacceso le speranze su una presentazione della riforma fiscale da parte dell'amministrazione Trump, entro breve termine. Sono bastate le sue parole, peraltro contraddittorie rispetto a quanto affermato precedentemente, per dare a Wall Street nuova benzina e riuscire a chiudere con il Dow Jones a 20.578,71 con un guadagno dello 0,85%, l'S&P 500 a +0,76%, a quota 2.355,84 punti e il Nasdaq (Francoforte: 813516 - notizie) a +0,92%, a quota 5.916,78. Non solo, ma sempre lo stesso carburante sta confermando anche una previsione al rialzo nel premercato per i futures.

Le parole di Steven Mnuchin, come detto, hanno avuto la capacità di contraddire persino se stesso e ben più di una volta. A febbraio, infatti, aveva pronosticato l'arrivo della riforma già per agosto, salvo poi ricredersi non più tardi di qualche giorno fa, quando ha ammesso che la tempistica inizialmente prevista, era irrealizzabile. La colpa? Il rallentamento dell'iter causato da quella riforma sanitaria che poi, alla fine, non è riuscita a passare. In realtà, ha ammesso in quell'occasione il Segretario Usa, l'agenda Trump è nata da una cronologia molto aggressiva che non teneva conto della complessità di molti punti potenzialmente difficili da conseguire.

Gli altri protagonisti

Adesso (IOB: 0N5I.IL - notizie) l'ultima versione, quella che vuole la presentazione delle misure di agevolazione fiscale, in dirittura d'arrivo, a prescindere dall'abrogazione o meno dell'Affordable Care Act. Un cambio di programma, però, che coinvolge anche le intenzioni del presidente Donald Trump il quale aveva già chiarito che la sua intenzione era sdi riuscire a sistemare la sanità a stelle e strisce, prima di occuparsi del Fisco. In tutto questo l'euro vede un ribasso dello 0,24% a 1,0692 sul dollaro con un trading range che sulle 52 settimane, va da 1,0342 a 1,1618 dollari mentre, a sua volta, il dollaro è in calo dello 0,16% a 109,14 yen con un trading range che, sempre nelle 52 settimane ha visto un andamento tra i 99,01 e i 118,66 yen. Cali anche tra le commodity più importanti e nello specifico con l'oro che registra un -0,08% a 1.282,80 dollari l'oncia (trading range su 52 settimane che va da 1.129,80 a 1.391,50 dollari l'oncia) e con il petrolio i cui Future (Francoforte: 923414 - notizie) sul Wti sono in ribasso dello 0,36% a 50,26 dollari al barile mentre il Brent vede i 53 dollari al barile.
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