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BREAKINGVIEWS - Banche italiane rappresentano dilemma per investitori

Un trader monitora l'andamento dei mercati. REUTERS/Alessandro Garofalo

di Neil Unmack

LONDRA (Reuters) - L'Italia rappresenta una sfida per chi investe nelle banche. Negli ultimi quattro anni un'economia in discesa e un governo debole hanno lasciato gli istituti di credito con Roe negativi. Oggi risultati del primo trimestre incoraggianti, un ritorno alla crescita aiutato dal 'quantitative easing' della Banca centrale europea e il governo delle riforme del premier Matteo Renzi creano le premesse per possibili ritorni superiori al costo del capitale. Ma scommettere sull'Italia significa pagar caro o prendersi dei rischi.

Intesa Sanpaolo, la maggiore banca italiana per capitalizzazione di mercato, nei primi tre mesi del 2015 ha registrato la prima crescita tendenziale degli impieghi degli ultimi due anni e il più basso livello di accantonamenti per perdite su crediti dal 2011, con un costo del rischio annualizzato di 87 punti base. Il Roe del 9% è stato sostenuto dai guadagni sul trading, ma c'è la possibilità che le banche possano presto veder scendere le perdite su crediti vicino ai livelli pre-crisi di 60 punti base.

Anche UniCredit, numero due per capitalizzazione, sta registrando un aumento degli impieghi e un calo delle perdite su crediti.

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Intesa Sanpaolo tratta a un multiplo relativamente alto di 1,3 volte il book value tangibile previsto per il 2015 e un CET1 fully loaded del 13% ostacola i ritorni. UniCredit ha il problema opposto: un multiplo di sole 0,8 volte il book value tangibile, ma il CET1 poco sopra il 10% appare basso.

Gli investitori potrebbero invece tentare la fortuna con le banche italiane più piccole: Monte dei Paschi o Banco Popolare. Due riforme chiave di Renzi cambiano le regole del gioco: costringere le popolari a modificare le regole di voto e a fondersi e razionalizzare la legge fallimentare con effetti positivi sulle sofferenze. Mps è la banca destinata a beneficiare di più di un successo delle riforme di Renzi: il suo stock di sofferenze è il doppio rispetto all'equity tangibile.

Tuttavia Renzi potrebbe non farcela. E con il Banco Popolare che ha un ratio di 0,8 volte il book tangibile, le sinergie di una fusione potrebbero essere già nei prezzi: con le recenti riforme delle pensioni è più difficile ridurre la forza lavoro. E come Mps ha nuovamente dimostrato ieri rivelando che l'esposizione verso Nomura è salita a 4,7 miliardi di euro, la banca deve ancora affrontare incertezze regolatorie che controbilanciano il basso multiplo di 0,66.

Gli investitori potrebbero quindi guardare agli istituti maggiori. Intesa può ancora aumentare il Roe di 1,9 punti percentuali se la riforma fallimentare produrrà i suoi effetti, secondo SocGen. Quando si tratta di scommettere sulla ripresa dell'Italia, gli investitori potrebbero scegliere di mettere la sicurezza al primo posto.