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BREAKINGVIEWS - Ricaduta banche in vizio debito sovrano porta nuovi rischi

di Liam Proud

LONDRA (Reuters) - Gli istituti di credito in Italia e in Spagna sono ricaduti nel "vizio" del debito sovrano. L'aumento dell'esposizione ai titoli di stato renderà le banche vulnerabili nel caso di un ritorno dei timori relativi allo scioglimento della zona euro e rende inoltre più difficile il completamento di un'unione bancaria europea e quindi le fusioni cross-border. La vecchia abitudine è tornata in voga a causa della risposta della Banca centrale europea e dei governi al Covid-19. La presidente della Bce Christine Lagarde sta concedendo alle banche dei finanziamenti vantaggiosi come le operazioni Tltro che hanno tassi di interesse negativi. L'auspicio è che le banche utilizzino i fondi per aiutare le aziende in difficoltà, ma le spinge a investire in bond pubblici. Si tratta di un'operazione vantaggiosa per i governi, che stanno emettendo enormi quantità di debito per proteggere le economie dal virus. Al 30 giugno le banche spagnole, come Bbva <BBVA.MC>, possedevano complessivamente 206 miliardi di debito sovrano domestico secondo i dati forniti dalla Bce, circa il 16% in più rispetto alla fine del 2019. Gli istituti di credito italiani, come Intesa Sanpaolo <ISP.MI>, hanno incrementato il loro portafoglio di debito sovrano del 15% a 442 miliardi di euro. La maggiore esposizione potrebbe riaccendere i timori del cosiddetto circolo visioso del debito pubblico, verificatosi durante la crisi della zona euro del 2011-2012. Le perdite delle banche sui bond sovrani hanno affossato i corsi di borsa, aumentando l'eventualità di un salvataggio che le casse in sofferenza dello Stato non potevano permettersi. Gli scarsi progressi effettuati da allora nello slegare le banche dai governi sono già stati cancellati. L'esposizione degli istituti di credito spagnoli alle obbligazioni nazionali è equivalente al 78% del patrimonio netto, secondo i dati della Bce, il livello più alto dal 2016. In Italia la percentuale è di oltre il 120% per la prima volta da decenni. I timori legati alla questione potrebbero essere meno gravi se il Recovery Fund dell'Unione europea dovesse tendere nel concreto verso l'unione fiscale. Se, al contrario, dovesse rivelarsi un evento singolo, il "circolo vizioso" potrebbe ripresentarsi alla prossima recessione. La ricaduta potrebbe inoltre rendere difficile in termini politici il completamento dell'unione bancaria della zona euro, un prerequisito per gli agognati accordi di fusione tra le banche dei diversi Paesi dell'area. L'enorme portafoglio del debito sovrano delle banche dell'Europa meridionale è sempre stato argomento di scontro nelle trattative relative a un sistema comune di garanzia dei depositi. Lo scorso anno il ministro delle Finanze tedesco Olaf Scholz ha richiesto maggiori oneri relativi al capitale per ampie esposizioni al debito sovrano, nell'ambito della spinta all'unione bancaria. Anche prima del Covid, l'idea è stata accolta con scetticismo in Italia. La rinnovata dipendenza delle banche dal debito sovrano rende un compromesso ancor meno probabile.

Su Twitter https://twitter.com/liamwardproud

(Tradotto da Redazione Danzica, in redazione a Milano Gianluca Semeraro, michela.piersimoni@thomsonreuters.com)