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Btp 20 anni, Tesoro colloca 6,5 mld nuova scadenza, ordini oltre 17 mld

MILANO (Reuters) - Scelto un tratto della curva assolutamente inedito come quello ventennale, il ministero dell'Economia ha raccolto 6,5 miliardi di euro con il nuovo Btp settembre 2036, attraendo una domanda oltre due volte e mezzo l'offerta.

Per l'emissione è stato fissato un prezzo di reoffer pari a 99,368 e una cedola di 2,25%, corrispondenti a un rendimento a scadenza di 2,302%. Il premio è di 39 centesimi sul tasso del quindici anni 2032 coupon 1,65%, che intorno a fine seduta sul secondario cede oltre una figura e paga intorno a 1,90% da circa 1,82% ieri sera.

Ammontano a oltre 17 miliardi gli ordini, compresi 1,95 miliardi da parte del sindacato bancario alla guida dell'operazione (Barclays, Citigroup, Credit Agricole, Societe Generale e UniCredit).

"Si ragionava su un importo di 5/6 miliardi, quindi l'emissione ha superato le aspettative... in termini di rendimento le condizioni finali sono lievemente più favorevoli all'emittente: questo sta a testimoniare che il mercato ha a disposizione un'enorme quantità di liquidità e le occasioni di investimento non sono così frequenti" commenta l'analista IG Vincenzo Longo.

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La finestra odierna è stata scelta accuratamente: l'offerta arriva in una giornata in cui non sono previsti altri collocamenti sul comparto dei governativi della zona euro e in un mese dove abbondano i rimborsi. A indurre il Tesoro a rompere gli indugi anche l'approssimarsi di una serie di eventi, le probabili nuove elezioni in Spagna e il referendume sull'appartenenza del Regno Unito all'Unione europea, che rischiano di vedere un ritorno della volatilità sul mercato.

Secondo calcoli dell'ufficio studi UniCredit, tenendo conto dei 6,5 miliardi del nuovo vent'anni, Via XX Settembre ha superato il 40% dell'obiettivo di raccolta 2016.

"Il Tesoro ha fatto 'front loading' anche nel 2015: è un tratto della curva su cui la domanda è buona ed è ragionevole cogliere l'opportunità in un'ottica di allungamento della vita media del debito" spiega Luca Cazzulani, senior fixed income strategist.

"Si è tenuto finora a precisare che non si tratta di un'alternativa al 15 o al 30 anni... da qui a fine anno potremmo vedere un paio di riaperture, dal momento che c'è l'impegno a garantire al nuovo strumento la liquidità necessaria" aggiunge.

Qualche operatore ipotizza un interesse rilevante da parte degli account esteri, come si è visto in occasione degli ultimi collocamenti.

Se mai ce ne fosse l'esigenza, il perfezionamento del deal odierno dà ulteriormente il polso dell'appetito di rendimento che fa spostare gli investitori sul tratto più lungo della curva, soprattutto nel caso di carta 'semi-core' come viene considerata quella italiana.

Soltanto a febbraio il ministero dell'Economia ha raccolto 9 miliardi a trent'anni: assegnato il 2 febbraio al rendimento di 2,758%, il titolo paga oggi sul secondario poco meno di 2,6%, per quanto in calo di circa 2%.

L'emissione ha rating pari a quello sovrano dell'Italia - 'Baa2' per Moody's, 'BBB-' per Standard & Poor's e 'BBB+' per Fitch.