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Btp frenano dopo rally, effetto Qe spinge spread sotto 100 punti

Un operatore a lavoro davanti agli schermi. REUTERS/Brendan McDermid

MILANO (Reuters) - Dopo una mattinata positiva, che ha replicato il rally di ieri, il mercato obbligazionario italiano tira il fiato a metà seduta, pur tenendo in vista nuovi massimi storici segnati dopo l'apertura, per effetto dell'ormai prossimo avvio del piano di quantitative easing della Banca centrale europea.

"I flussi in entrata che si sono visti ieri stanno proseguendo, anche se in misura meno intensa, e restano concentrati sulla parte più lunga della curva. Il trend resta positivo, poi qualche aggiustamento è fisiologico", dice un operatore da Milano.

La spinta di questa mattina è stata comunque sufficiente a schiacciare sotto quota 100 punti base lo spread di rendimento tra Btp e Bund a 10 anni, al nuovo minimo da maggio 2010, quando venne varato il primo pacchetto di assistenza finanziaria per la Grecia.

Nuovo minimo storico anche per il decennale, che è sceso fino a 1,3%, per poi risalire a 1,363% intorno alle 12,30, quando lo spread sull'analoga scadenza del Bund si attesta a 103 punti da 105 di ieri sera.

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"Stmattina si è mosso qualcuno che dall'estero era rimasto corto, e che ha deciso di comprare appena prima dell'avvio degli acquisti", commenta un dealer di una banca italiana specialista. "Mi aspetto che nel corso di quest'anno i tassi scendano ancora: per il decennale andrà sotto l'1%", prevede l'operatore.

Proprio tale prospettiva è uno degli elementi che sta spingendo alcuni asset manager a tenersi i stretti i Btp e gli altri bond della zona euro.

Questa strategia, unita al fatto che gli acquisti Bce saranno ben superiori alle emissioni nette di tutti i singoli Paesi della zona euro genera un effetto scarsità che dà una ulteriore spinta al mercato.

"I prezzi sono destinati a salire ancora, alcuni asset manager sono disposti a vendere solo a certi livelli. Anche banche e assicurazioni stanno facendo i loro calcoli, potrebbero essere poco propensi a vendere, anche perché avrebbero il problema di dove reinvestire la liquidità. La Bce potrebbe dover pagare un sovrapprezzo per convincerle", prosegue il trader.

CLIMA DI ATTESA

Qualche dettaglio in più rispetto al piano di acquisti potrebbe arrivare giovedì prossimo, quando si riunirà il consiglio della Bce, che con buona probabilità darà ufficialmente il via al programma, predisposto da Francoforte per riportare l'inflazione verso il target inferiore ma vicino al 2%.

Intanto, il solo annuncio ha già generato i primi effetti positivi.

Istat in mattinata ha infatti certificato il ritorno inaspettato di pur deboli spinte inflazionistiche e addirittura di una marginale accelerazione su base annua dell'indice dei prezzi al consumo armonizzati ai parametri Ue.

Un elemento che, unito al ritorno della crescita economica quest'anno, potrebbe contribuire a stabilizzare il rapporto debito/Pil, che un triennio di crisi ha portato attorno al 130%.