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Btp misti in seduta volatile, tasso decennale fino a 1,54%

MILANO - Obbligazionario italiano misto, con la parte breve della curva migliore rispetto a quella lunga, in linea con il trend visto ieri, sostanzialmente sulla scia del deterioramento delle prospettive per l'economia statunitense che ha spinto Federal Reserve a lasciar intendere che il tanto atteso rialzo dei tassi potrebbe slittare rispetto a giugno.

In una seduta all'insegna della volatilità e della ridotta liquidità, alla vigilia del ponte del primo maggio, attorno alle 12 il differenziale di rendimento tra Btp e Bund sul tratto a 10 anni si attesta a 118 punti base, dai 120 del finale di seduta di ieri dopo essersi spinto fino a 126 punti base nei primi scambi. In parallelo, il tasso del decennale scambia a 1,50% dal 1,48% dell'ultima chiusura, dopo essersi spinto fino a 1,54%.

A pesare sui governativi europei, sia periferici che 'core', l'indebolimento della prima economia mondiale che ieri ha registrato una crescita relativa al primo trimestre dell'anno al di sotto delle attese (0,2% a fronte di 1%) e inferiore rispetto al trimestre precedente. Poche ore dopo la diffusione del dato, a conclusione della due giorni del Fomc, la Fed ha lasciato intendere che il tanto atteso rialzo dei tassi di interesse potrebbe slittare da giugno al terzo trimestre.

Come ieri, nuovi spunti potrebbero giungere dall'apertura dei mercati negli Stati Uniti.

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"Il trend odierno è lo stesso di ieri che ha visto la parte lunga della curva catalizzare il maggior numero di acquisti. A pesare non c'è più solo la Grecia ma anche la situazione Usa: il mercato sta riprezzando tutto. Una certa influenza viene anche dalla chiusura del mercato italiano di domani e da quella della piazza londinese in agenda per lunedì, che riduce la liquidità e l'effetto degli acquisti della Bce", sintetizza un operatore di una banca italiana.

Proprio riferendosi al programma varato il 9 marzo da Francoforte, il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan ha detto che il governo deve procedere in fretta con le riforme strutturali perché la finestra macroeconomica favorevole, dovuta al 'quantitative easing', al deprezzamento dell'euro e al calo del prezzo del petrolio, forse si sta già chiudendo.

Scarso impatto sui mercati hanno avuto i dati macro relativi al mercato del lavoro e ai prezzi al consumo diffusi da Istat. L'istituto statistico ha reso noto che a marzo il tasso di disoccupazione italiano è salito al 13% dal 12,7% di febbraio, il livello più alto dal 13,2% dello scorso novembre. Secondo i dati provvisori inoltre, ad aprile l'indice Nic dei prezzi al consumo è salito dello 0,3% su base congiunturale e ha registrato una variazione nulla rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.