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C’è ancora spazio per l’USD debole

C’è ancora spazio per l’USD debole

di Peter Rosenstreich

Dopo la debolezza vista ieri sull’azionario, sono proseguite le vendite di asset rischiosi. I mercati azionari USA hanno chiuso in calo perché i dati deludenti sul manifatturiero cinese e britannico hanno riportato in primo piano la debolezza all’estero nella mente degli investitori USA. I rendimenti dei titoli di Stato USA hanno fermato la loro marcia al ribasso, senza tuttavia invertire il trend ribassista, perché la domanda di asset sicuri rimane forte. I rendimenti dei titoli USA a due anni si sta consolidando intorno allo 0,75%, mentre quelli dei decennali sono inferiori all’1,80%. Sui mercati valutari, l’USD ha compiuto un rally marginale, perché gli operatori si sono spostati su asset più sicuri. Ciò nonostante, senza il supporto dei tassi d’interesse, riteniamo che questo movimento non sarà stabile. Gli acquisti di breve termine sull’USD sono sostenuti anche dai commenti del presidente della Fed di Atlanta Dennis Lockhart che, nonostante il tono prevalentemente accomodante, ha segnalato che alla riunione di giugno è possibile un rialzo. Il rapporto ADP e la voce occupazione dell’ISM servizi in uscita oggi dovrebbero segnalare un rallentamento della crescita del mercato occupazionale negli USA e del cruciale rapporto sulle buste paga di venerdì. La debolezza economica farà abbassare anche le aspettative del mercato di due rialzi del tasso nel 2016 e spingerà i tori dell’USD verso la porta d’uscita. Anche se vicino al fondo, non vediamo motivazioni nei fondamentali tali da giustificare un’inversione prolungata delle vendite di USD. A livello globale, però, cresce il malcontento per il trend e il ritmo della flessione dell’USD. Il taglio del tasso a sorpresa della RBA segnala che un aumento del tasso di cambio potrebbe “complicare” il processo di adattamento; potrebbero esserci altri tagli del tasso ai minimi pari all’1,75% per allontanare un rafforzamento indesiderato dell’AUD. In Giappone, il governatore della banca centrale (BoJ) Kuroda e il ministro delle Finanze Aso hanno bombardato il mercato con minacce, affermando che un’”intensificazione” dei movimenti dello yen potrebbe innescare un intervento (diretto sul forex). Non dimentichiamo che siamo in mezzo a una “guerra valutaria” che dura da dieci anni, in cui la debolezza eccessiva dell’USD potrebbe innescare degli interventi di politica monetaria.

Negli USA dati ADP sulle buste paga in vista del NFP

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di Yann Quelenn

I mercati finanziari cercano ancora prove che la Fed quest’anno alzerà i tassi e non si preoccupano dell’impostazione da colomba, soprattutto perché la politica monetaria accomodante rappresenta un vantaggio per le borse. Tuttavia, nel lungo termine, la bolla che ne risulterebbe potrebbe scoppiare in modo molto forte. Il mercato occupazionale è forse uno dei fondamentali con le prestazioni migliori negli USA (forse l’unico) e presenta un tasso di disoccupazione pari quasi al 5%. Tuttavia, l’inflazione non sta recuperando, il dato riferito a marzo è stato inferiore allo 0,9% a/a. Anche la crescita delle vendite al dettaglio è più debole, anche se il dato di marzo è stato discreto, pari all’1,7% a/a.

L’allentamento massiccio non è ancora riuscito a produrre i risultati sperati e a rimettere l’economia USA sul binario di una ripresa sostenibile. Oggi saranno pubblicati i primi dati sul lavoro, con la pubblicazione del rapporto ADP, cui seguiranno, venerdì, i dati NFP. Il dato ADP di aprile riferito alla variazione nell’occupazione, in uscita oggi pomeriggio, dovrebbe mostrare un incremento pari a 195 mila nuovi posti di lavoro, a fronte dei 200 mila di marzo. Crediamo che la debolezza dei dati USA si rifletterà in qualche modo anche sul mercato occupazionale, e ci aspettiamo una cifra più debole. Sul fronte valutario, l’EUR/USD dovrebbe continuare a salire come abbiamo già detto in precedenza, il nostro obiettivo di medio termine per la coppia è 1,2000.

Autore: Swissquote Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online