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A caccia di rendimenti tra le obbligazioni dell’Arabia Saudita

Con le previsioni ampiamente diffuse di posticipo di un eventuale rialzo dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve, la BoJ che ha fatto un ulteriore passo (passi, a dire il vero) nella direzione dell’helicopter money insieme al precedente governatore della Fed Ben Bernanke e alla Banca Centrale Europea. Inoltre l’istituto europeo è in procinto di intraprendere la sua impresa senza precedenti nel mercato delle obbligazioni societarie e gli investitori obbligazionari stanno assistendo ad una sempre maggiore stretta dei rendimenti e al continuo deterioramento delle condizioni di liquidità.

Per quest’ultima, le informazioni diffuse durante la settimana hanno confermato l’ampio e aggressivo acquisto di obbligazioni da parte della BCE (Toronto: BCE-PA.TO - notizie) . Finora, secondo i dati, la BCE ha acquistato obbligazioni ad ritmo giornaliero non inferiore ai €400 milioni di debito societario, comprese posizioni in Telecom Italia (Other OTC: TIAJF - notizie) , Glencore (Xetra: A1JAGV - notizie) e Lufthansa (che il mercato, a causa dello split rating, considera posizioni ad alto rendimento, o “spazzatura”).

Poiché i mercati principali sono stati colpiti di recente, prima per l’inatteso risultato del voto Brexit e successivamente per la solita pausa estiva, gli investitori privati si sono effettivamente ritrovati spiazzati, portando gli spread ad aumentare oltre il range nel quale la BCE interviene con i suoi acquisti per calmierare il mercato e la liquidità ad assottigliarsi lentamente.

La domanda è: dove dovrebbero rivolgere le loro attenzioni gli investitori maggiormente colpiti per assicurarsi un rendimento adeguato dei loro investimenti? La risposta potrebbe facilmente essere il Medio Oriente e, nello specifico, i paesi del Golfo, tra i quali l’Arabia Saudita si trova attualmente sul palcoscenico per l’emissione di obbligazioni internazionali attesa dietro le quinte.

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Per la regione, conosciuta per la sua ampia ricchezza legata al petrolio, il crollo dei prezzi del greggio ha rappresentato una sfida per i budget fiscali ed ha comportato un aumento del deficit, che quindi ha reso necessario un finanziamento esterno – in parte per tappare il buco, ma anche per finanziare la trasformazione delle economie che dipendono dal petrolio.

Mettete insieme livelli molto bassi di debito sovrano (soprattutto se messi a confronto con l’emisfero settentrionale), un ambiente meno rigido per le riforme politiche ed economiche (chiaramente con l’ambizione di attrarre investitori internazionali) e il suddetto basso rendimento dei mercati sviluppati: ecco che vediamo un forte potenziale per la domanda di investitori internazionali su larga scala.

Quest’anno il terreno è stato preparato dal record dei 9 miliardi di $ di emissioni obbligazionarie in Qatar a maggio e dei 5 miliardi di $ di vendita da parte di Abu Dhabi ad aprile, che però si ridimensiona di fronte ai 15 miliardi di $ di emissioni obbligazionarie, con ogni probabilità in rampa di lancio a Riyadh.

Per la regione nel complesso, questa operazione diventerà senza dubbio un punto di riferimento, e riteniamo che molti altri emittenti dell’aerea – sia società che sovrani – vi presteranno grande attenzione, pronti anch’essi a fare altrettanto.

Con il resto del mondo che si muove pericolosamente tra alti livelli di debito e rendimenti prossimi allo zero, questa vendita potrebbe facilmente generare una forte domanda tra gli investitori di ogni angolo del pianeta alla ricerca di rendimenti.

Di Michael Boye, Head of Fixed Income di Saxo Bank

Autore: Saxobank Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online