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Cade anche l’ultimo bastione nella battaglia dell’euro!

Non che sia una novità, sia ben chiaro ma fa un certo effetto, giorno dopo giorno, veder cadere alcuni dei bastioni del fortino dell’euro, soprattutto osservare gionali come la Repubblica intervistare professori universitari per sentirsi dire quello che noi vi raccontiamo da anni, ovvero che l’euro, non l’Europa, non hanno più alcun futuro!

Recentemente abbiamo ascoltato un fantasma della storia ripetere che scompariremo dalla cartina geografica…

« L’Europa, se non va avanti unita, scompare dalla carta geografica », ha detto.

«Purtroppo con gli anni – ha aggiunto – sono cambiati i leader europei: sono andati via quelli che avevano imparato dalla storia e sono arrivati quelli che pensano alle elezioni del giorno dopo, guardano all’oggi e non al domani, inseguendo l’elettorato. In Europa c’è bisogno di leader con grande qualità morale per affrontare i problemi».

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Ci sarebbe da discutere di quelli che i problemi li hanno creati con questa unione monetaria, tra cui lui, che non vogliono ammettere che il problema non è l’Europa, ma questa unione monetaria, che non funziona, ma andiamo avanti.

Non puoi alimentare un sogno distruggendo la realtà!

Non puoi chiedere ai soliti di distruggere la loro vita, il loro lavoro, la loro dignità, per continuare ad inseguire un progetto fallito, un’unione monetaria, un’ Europa dei capitali e delle monete, delle merci e dell’austerità, distruggendo occupazione perchè se non puoi svalutare la moneta, svaluti i salari, cancelli welfare e occupazione, diritti e protezione.

Non esiste, o meglio esiste solo nella mente mala di chi non vuole ammettere il proprio fallimento.

Luigi Zingales: “Quella contro l’austerity è una battaglia persa”

“Anche i tedeschi dovrebbero però capire che senza una politica fiscale comune l’euro non è sostenibile e si può pensare al divorzio”

E si va avanti così, tra fiumi di parole, sul selciati cosparsi di folgorati sulla via di Damasco, senza capire che nulla cambierà e che solo la storia spazzerà via questa unione monetaria anacronistica.

Il bello è che bisognerà attendere che la regina Angela sia nuda, che cada il velo di Deutsche Bank, per sedersi inevitabilmente intono ad un tavolo, e discutere di come fare per salvare per l’ennesima volta loro, la Germania e le loro banche…

“Senza una politica fiscale comune l’euro non è sostenibile: o si accetta questo principio o tanto vale sedersi intorno a un tavolo e dire: bene, cominciamo le pratiche di divorzio. Consensuale, per carità, perché unilaterale costerebbe troppo, soprattutto a noi”.

Perchè Zingales dice questo cose solo ora, perchè usa la metafora della rana bollita con gli italiani?

“Il rischio per gli italiani è quello di finire come la rana in pentola: se la temperatura aumenta lentamente non ha la forza per saltare fuori e finisce bollita.”

E dal 2011 che ci stanno cuocendo a fuoco lento in questa grande padella, altro che pentola, i bordi sono bassi, si poteva osservare tutto intorno quello che stava accadendo, il fuoco lento del falso problema delle riforme, del cambio della costituzione, del pareggio in bilancio e via dicendo, la forza per saltare fuori arriverà dalla disperazione.

Perché la Germania rimane una sostenitrice così tenace dell’austerità fiscale?

“Perché le conviene che questa situazione continui all’infinito. È difficile che qualcuno cambi idea se non gli conviene, a meno che non sia costretto a farlo. I tedeschi temono di pagare il conto delle spese altrui e su questo non hanno tutti i torti. Per questo è necessaria una politica fiscale comune che non sia un semplice trasferimento dal Nord.

In fondo Zingales è sempre lo stesso, non è cambiato, ma quali spese altrui, dove non hanno tutti i torti. Senza la crisi di debito privato delle banche tedesche, se non sapete di cosa parlo leggetevi…

DATEMI UNA LEVA E…VI DISTRUGGERO’ IL MONDO!

…senza la crisi creata dalle banche tedesche, non sarebbe successo tutto l’inferno che ha scosso l’Europa, destabilizzandola, mettendola in mano all’onda che il prossimo anno spazzerà via questa anacronistica unione.

A noi non resta che continuare a scrivere, come un blog qualunque, la verità figlia del tempo, raccontare da tempo cose e dinamiche che solo ora altri raccontano, storie e racconti che finiranno un giorno in un libro, che non servirà più a nulla se non da monito, per le generazioni che arriveranno, raccontare tra le righe, perchè la leggenda di Cassandra è quella e non c’è nulla da fare, forse più nulla davvero.

Autore: Andrea Mazzalai Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online