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Caltagirone Editore, Opa per delisting verso fallimento

MILANO (Reuters) - Manca poco più di una seduta al termine dell'Opa su Caltagirone Editore finalizzata al delisting e l'esito è appeso alle decisioni di Amber, salito a quasi il 10% del capitale.

Salvo sorprese dell'ultima ora, l'ipotesi più probabile è che l'offerta fallisca viste le basse adesioni raggiunte finora e un titolo ancora sopra il prezzo offerto, seppur lontano dai massimi di inizio mese.

Il braccio di ferro tra Francesco Gaetano Caltagirone e il fondo attivista ha già portato a un prolungamento dell'offerta al termine massimo di 40 giorni e a un innalzamento del prezzo da 1 a 1,22 euro.

Secondo quanto raccolto da due fonti vicine all'operazione, una revisione dei termini sembra fuori discussione e la valutazione che Amber considera adeguata è molto lontana da quella proposta.

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L'Opa è stata lanciata sul 27% del capitale non controllato dalla famiglia Caltagirone ed è condizionata al raggiungimento del 90%.

Ad oggi sono stati consegnati poco più di 80.000 titoli, lo 0,24% appena del capitale oggetto dell'offerta.

Lo scontro si è basato su due approcci valutativi opposti.

Da un lato, l'offerente ha guardato ai corsi borsistici di una società che è in perdita da 10 anni con la sola eccezione dell'esercizio 2010 e ha offerto prima un premio del 30,4% rispetto all'andamento del titolo negli ultimi 12 mesi, poi lo ha alzato al 59,1%. L'8 giugno, giorno precedente l'annuncio dell'Opa a 1 euro, valeva 0,84 euro.

Dall'altro, il mercato ha portato il titolo sui massimi pluriennali (1,539 euro il picco intraday del 4 settembre, massimo dal 2011) dopo le indiscrezioni sul rastrellamento di azioni da parte dei fondi e articoli stampa che sottolineavano il valore della società in base ai fondamentali: a fine 2016 il solo patrimonio netto era pari a 472 milioni (circa 3,8 euro per azione), la posizione finanziaria netta era positiva per 134 milioni.

L'Opa a 1,22 euro valorizza la società 152 milioni. Oggi il titolo tratta a 1,255 euro.

Amber potrebbe decidere di restare nel capitale, accollandosi però il rischio di una quota consistente in un titolo poco liquido che, cessato l'appeal speculativo, potrebbe tornare nel dimenticatoio. Il fondo dovrebbe a quel punto aspettare che un turnaround industriale od operazioni straordinarie riportino il prezzo di borsa in linea con i fondamentali e magari chiedere un posto in Cda alla prima occasione.

Nessun commento dalle parti interessate.

(Claudia Cristoferi)