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Cambiamenti climatici spingono investitori a misurare la propria temperatura

di Simon Jessop e Matthew Green

LONDRA (Reuters) - Bisogna andare oltre la crescita dei ricavi e dei dividendi: è tempo di misurare la temperatura dei portafogli.

I responsabili della politica monetaria stanno spingendo gli investitori a fare di più per assicurare che le loro scelte di investimento aiutino a centrare l'obiettivo dell'accordo di Parigi del 2015 sui cambiamenti climatici di limitare il riscaldamento globale ben sotto i due gradi Celsius o preferibilmente a 1,5 gradi.

Un gruppo di compagnie assicurative e fondi pensione, molti dei quali partecipano questa settimana al World Economic Forum di Davos, afferma che una parte della risposta sta nel "punteggio climatico", che dà un'idea su come gli investimenti contribuiscano al cambiamento climatico.

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Un singolo indicatore, dicono, può aiutare a spostare i capitali da settori altamente inquinanti probabilmente verso società più "verdi" orientate al profitto.

Finora l'indicatore climatico è stato utilizzato soltanto da una manciata delle migliaia di istituzioni finanziarie mondiali ma in ogni caso l'eco che si è generata mostra come l'attenzione degli investitori verso i rischi climatici stia diventando finalmente di moda.

"C'è ancora tantissimo lavoro da fare ma è molto incoraggiante che come settore siamo costretti a dare delle risposte alla questione del 'punteggio climatico'", spiega Mark Lewis, responsabile della ricerca di sostenibilità di Bnp Paribas Asset Management.

"Se prima pensavamo di poter ignorare i cambiamenti climatici, ora non possiamo più farlo".

La Francia sta aprendo la strada con 18 società, tra cui Axa e il riassicuratore Scor, che danno evidenza del 'punteggio climatico' in tutti o in alcuni dei portafogli nel 2018.

Le autorità britanniche hanno sottolineato che potrebbero chiedere ad alcune banche e compagnie assicurative di riportare i "punteggi climatici" a partire dal 2021 negli stress test annuali.

Gestori di fondi come Standard Life Aberdeen, i riassicuratori Munich Re e Swiss Re e la compagnia Zurich Insurance hanno dichiarato a Reuters che stanno valutando di assegnare un "punteggio climatico" ai loro portafogli di investimento.

CALCOLO COMPLICATO

Nonostante il crescente entusiasmo, la mancanza di dati standardizzati, di metodologie e trasparenza rende estremamente difficile calcolare un singolo numero che sia significativo.

Andrew Howard, responsabile della ricerca sostenibile di Schroders, ha dichiarato che la sua società sta cercando attivamente di adottare "punteggi climatici" ma ha anche sottolineato che ogni approccio deve essere "solido e logico".

"C'è una serie di sfide sulle quali bisogna lavorare", ha detto.

Gli investitori hanno già avuto difficoltà con un parametro comparativo più semplice: l'ammontare di gas serra che una società produce. Sempre più aziende misurano la loro "carbon intensity" sulla base del rapporto tra emissioni e ricavi.

Il punteggio climatico di un portafoglio richiede tuttavia calcoli più complessi, tra cui come le società contribuiscono alle emissioni globali e le riduzioni programmate nel tempo.

Questi numeri sono poi filtrati con le ipotesi circa la relazione tra emissioni e temperature. E i calcoli diventano più complicati se si tiene conto dell'incertezza su come il mondo potrebbe ragionevolmente raggiungere emissioni nette pari a zero entro il 2050, obiettivo che gli scienziati hanno indicato come necessario per tenere gli aumenti della temperatura globale a 1,5 gradi.

E la sfida diventa ancora più ardua quando gli investitori guardano a settori come l'immobiliare o le infrastrutture, nei quali c'è meno trasparenza su emissioni, o al debito sovrano, per il quale c'è meno spazio per coinvolgere i paesi emittenti.