A Campione non si gioca più. Chiesto il fallimento del Casinò
di Fabrizio Arnhold
Le roulette non girano più. La Procura della Repubblica di Como ha chiesto il fallimento per insolvenza del Casinò di Campione d’Italia, una delle quattro case da gioco italiane con sede nell’enclave italiana in territorio svizzero. A rischio il futuro dei 400 lavoratori che sono impiegati nella struttura da gioco.
L’ipotesi di peculato
La situazione è delicata. Già da mesi la Procura indaga, con l’ipotesi di peculato, sui conti della società di gestione della casa da gioco. Il sindaco di Campione, Roberto Salmoiraghi, ha presentato un esposto: la società che gestisce il casinò, infatti, è partecipata al 100 per cento dal Comune di Campione d’Italia e dovrebbe garantire 700mila euro ogni dieci giorni.
Il credito del Comune
Il denaro non viene versato da mesi, tanto che il credito accumulato dal Comune ammonta a 30 milioni di franchi svizzeri, circa 25 milioni di euro. A questo si aggiungono anche i debiti con le banche, per altri 30 milioni di franchi. Per questa situazione la procura comasca ha deciso di chiedere il fallimento del Casinò.
Giocatori in calo, dipendenti a rischio
Una cordata austriaca sta tentando di risollevare le sorti della casa da gioco. I numeri sono deprimenti: 672mila clienti nel 2017, 40mila in meno anno su anno. I dipendenti in totale sono 490. Su 100 dipendenti comunali, 41 probabilmente finiranno in mobilità. Da circa quattro mesi i dipendenti non ricevono lo stipendio. “Per quarant’anni la casa da gioco ci ha reso ricchi, ora siamo ufficialmente poveri”, ha detto il sindaco di Campione, Roberto Salmoiraghi.
La corsa contro il tempo
Il tempo è tiranno. Il Comune ha 60 giorni per evitare il fallimento. Per fare cassa l’amministrazione ha deliberato la cessione della vicina Villa Mimosa ad una società austriaca, la Novomatic, per 5 milioni di euro. Gli austriaci ne investiranno 6 e si sono impegnati ad assumere 74 addetti madrelingua cinesi. Nella Villa, entro il 2019, dovrebbe sorgere il Dragon Casinò per soddisfare la voglia di gioco asiatica. Con la speranza che, nel frattempo, il Casinò di Campione non abbia chiuso definitivamente i battenti.