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Carburanti in aumento e impatto sui prezzi dei beni. Ecco come arriva l’inflazione

Come arriva l’inflazione nelle vite dei consumatori? Uno dei “canali” principali include i derivati del petrolio che, quando aumentano di prezzo, hanno un impatto generale e multiforme sull’intera economia.

In Italia, informa il monitoraggio settimanale dei prezzi dei carburanti e combustibili del Ministero dello Sviluppo economico (Mise), la benzina è salita a 1,593 euro al litro con un incremento del +5,25%, mentre il gasolio per auto è salito a 1,452 euro al litro di media con un aumento del +5,45%. Aumenti occorsi in una sola settimana! Anche il Gpl sale, ma in maniera molto contenuta (+0,13%).

“In un Paese come l’Italia dove l’85% dei trasporti commerciali avviene per strada, il nuovo record dei prezzi dei carburanti ha un effetto valanga sulla spesa con un aumento dei costi di trasporto oltre che di quelli energetici”, ha scritto Coldiretti commentando l’aumento dei prezzi dei carburanti alla pompa.

Il carburante è energia senza la quale nulla si muove, e se produrre energia costa di più, allora tutto costa di più, non solo fare il pieno di benzina o diesel. Costa di più produrre beni e di conseguenza anche il carrello della spesa diventa più salato da pagare.

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“L’aumento è destinato a contagiare l’intera economia perché se salgono i prezzi del carburante, si riduce il potere di acquisto degli italiani che hanno meno risorse da destinare ai consumi, mentre aumentano i costi per le imprese”, scrive ancora Coldiretti.

L’inflazione, già data in aumento per una molteplicità di fattori, potrebbe trovare nel petrolio un alleato temibile, tuttavia alcuni fattori potrebbero frenare l’effetto a catena.

I fattori strategici che potrebbero calmierare

Se da un lato le economie riaprono e la domanda di carburanti aumenta creando pressione sull’offerta che per circa un anno è stata rallentata dall’OPEC+ per controbilanciare il crollo durante le fasi di chiusura, dall’altro nuovi scenari geopolitici potrebbero avere un effetto insperatamente benefico sul prezzo dei carburanti.

Mentre l’OPEC+ ha deciso di aumentare la produzione per soddisfare la domanda crescente, infatti, sembra più vicino un nuovo accordo sul nucleare con l’Iran. Se il nuovo accordo dovesse essere siglato, verrà meno l’attuale embargo sul petrolio prodotto dal paese arabo e questo genererà un eccesso di offerta importante.

Se da un lato, quindi, il ritorno del petrolio iraniano sullo scenario internazionale comporterà un danno per gli altri paesi produttori, per i consumatori potrebbe rivelarsi un importante “calmante” dell’inflazione sui prezzi dei carburanti.

Prezzo del Wti e del Brent

Nel frattempo risultano in calo il prezzo del Brent oil a 66,93 USD (-2,72%), così come risulta in calo anche il prezzo del Wti a 63,512 USD (-2,73%).

Su base mensile il Brent cede il -0,52%, ma è ancora positivo a 3 mesi del +5,36% e da inizio anno segna ancora un netto +30,11%.

Il Wti su base mensile è positivo del +1,18%, mentre a 3 mesi è in guadagno del +6,32%, da inizio anno il ROI per l’investitore è del +31,50%.

Per conoscere tutti gli eventi economici del giorno e della settimana in Italia e all’estero, leggi il nostro Calendario Economico completo con tutti gli eventi in programma.

This article was originally posted on FX Empire

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