Annuncio pubblicitario
Italia markets close in 4 hours 10 minutes
  • FTSE MIB

    34.163,39
    -107,73 (-0,31%)
     
  • Dow Jones

    38.460,92
    -42,77 (-0,11%)
     
  • Nasdaq

    15.712,75
    +16,11 (+0,10%)
     
  • Nikkei 225

    37.628,48
    -831,60 (-2,16%)
     
  • Petrolio

    82,91
    +0,10 (+0,12%)
     
  • Bitcoin EUR

    59.442,45
    -2.496,02 (-4,03%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.349,56
    -33,01 (-2,39%)
     
  • Oro

    2.341,30
    +2,90 (+0,12%)
     
  • EUR/USD

    1,0728
    +0,0028 (+0,26%)
     
  • S&P 500

    5.071,63
    +1,08 (+0,02%)
     
  • HANG SENG

    17.284,54
    +83,27 (+0,48%)
     
  • Euro Stoxx 50

    4.950,19
    -39,69 (-0,80%)
     
  • EUR/GBP

    0,8573
    -0,0010 (-0,12%)
     
  • EUR/CHF

    0,9793
    +0,0009 (+0,09%)
     
  • EUR/CAD

    1,4662
    +0,0007 (+0,05%)
     

La carota Fed ed il bastone Boj

Il periodo vissuto dai mercati finanziari è piuttosto incerto ed ambiguo, come vado ripetendo da giorni. Gli indici procedono sostanzialmente in laterale, alternando oscillazioni abbastanza contenute e provocate da episodi contingenti e spesso in contraddizione tra loro.

Anche ieri è stato così. Alla pessima trimestrale di Apple (Londra: 0R2V.L - notizie) , che ha tenuto in negativo l’indice Nasdaq (NasdaqGS: NDAQ - notizie) , si sono contrapposte trimestrali incoraggianti di Ebay (Xetra: 916529 - notizie) e Facebook (NasdaqGS: FB - notizie) . Quest’ultima è arrivata a mercati chiusi ed influenzerà in positivo la seduta odierna. Anche l’andamento positivo del petrolio, che non smette di salire, grazie a movimenti speculativi ostinati e indifferenti ai fondamentali, ha contribuito a stabilizzare l’indice SP500 ed annullare gli effetti negativi di Apple.

In Europa si è vivacchiato senza particolari spunti, in attesa delle performance di FED e BOJ, che sono state il piatto forte.

La prima ha mantenuto lo status quo senza fornire alcun appiglio speculativo agli operatori. Il tono del comunicato non poteva essere più asettico ed ermetico. Nessuno si attendeva movimenti sui tassi, e così è stato. Circa la possibilità di agire a giugno, la FED non si è sbilanciata. Pur ammettendo che nel primo trimestre la crescita ha rallentato, ha segnalato che il mercato del lavoro e i redditi delle famiglie continuano ad espandersi, rendendo probabile che la debolezza attuale trovi nuovo slancio nel secondo trimestre. La decisione di giugno dipenderà perciò da quel che si vedrà nelle prossime settimane.

ANNUNCIO PUBBLICITARIO

Personalmente ritengo che, al di là dei toni speranzosi sulla crescita futura e dell’ansia di ritornare alla normalità monetaria da parte di molti membri FED, sia abbastanza improbabile un rialzo a giugno, a meno che fin da subito non sopraggiungano miglioramenti macroeconomici sostanziali, di cui per ora non si vede ombra.

Poi l’estate sarà off limit per la FED, data la campagna elettorale in corso. Se ne parlerà a fine anno, ma nel frattempo molta acqua passerà sotto i ponti. Insomma, i rialzi dei tassi nel 2016, che 6 mesi fa avrebbero dovuto essere 4, poi, dopo la tempesta di inizio anno, solo più due, potrebbero a conti fatti ridursi ad uno solo o neppure quello.

Per la grande speculazione, che non si occupa dei fondamentali in deterioramento, ma solo della possibilità di avere altra droga monetaria a basso prezzo, questa è una buona notizia. Altrettanto per i paesi emergenti, fortemente indebitati in dollari. Non so quanto lo sia invece per le banche commerciali, che continueranno ad operare con margini schiacciati in un contesto economico poco brillante.

Neanche il tempo di dormire tutta la notte ed ecco che poco dopo le ore 5 italiane è arrivata performance della Banca del Giappone, da cui gli operatori attendevano nuovi stimoli per contrastare la forza dello Yen. Ebbene, Kuroda, che ama sorprendere, ha fatto marameo alle attese ed ha comunicato di voler attendere gli effetti delle misure prese a marzo (tasso negativo al -0,10%) prima di elargire altri stimoli.

La reazione stizzita degli operatori ha provocato un capitombolo dell’indice Nikkei di circa 5 punti percentuali dai valori raggiunti prima del comunicato, aprendo le porte ad un inizio di seduta europeo ben diverso da quello che ci si poteva attendere prima del non-intervento della BOJ.

Come si vede, si vive alla giornata, anzi, di ora in ora, sballottati da trimestrali, banche centrali e speculazioni varie.

Un caos che prima o poi vedrà affermarsi qualche chiave interpretativa in grado di creare un trend.

Ma, nell’attesa, meno ci si lascia coinvolgere, meglio è.

Autore: Pierluigi Gerbino Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online