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Carte di credito europee a rischio frode, l'allarme di Europol

A rivelarlo è un rapporto dell'Europol, l'agenzia dell'Unione Europea che si occupa di crimine transfrontaliero: le di carte di credito europee sono altamente a rischio negli Stati Uniti, a causa dei differenti o insufficienti standard di sicurezza europei.

I dati dell'Europol parlano chiaro: il rischio si aggira intorno ad 1,5 miliardo di euro l'anno, senza considerare i pagamenti on line. Un profitto che va interamente nelle tasche di cyber organizzazioni criminali - come si legge nel report -  consapevoli del "rischio basso e del profitto molto alto" in tali attività, grazie soprattutto alle nuove e sempre più sofisticate tecnologie che agevolano il "settore". E l'Ue è il mercato più florido per queste bande: sempre secondo l'Europol, nel 2011 le transazioni con carte di credito o di altro pagamento hanno raggiunto le 726,9 milioni di unità, per un totale di oltre 3 mila miliardi di euro.

Un crimine che si è specializzato sempre più al di fuori dell'Unione europea, sfruttando i differenti standard e le misure di protezione che si applicano da Stato a Stato. Al primo posto troviamo gli Stati Uniti, seguiti da Repubblica Dominicana, Colombia, Russia, Brasile e Messico. Un sistema per sviare agli attuali standard di sicurezza ,meglio noti come standard EMV, come il microchip e l'obbligo di inserire un Pin prima di ogni transazione, riducendone notevolmente i rischi.
Eppure, nonostante queste misure cautelative, sono ancora elevati gli attacchi alle carte di credito, soprattutto attraverso il metodo dello skimming, ovvero utilizzando apparecchiature nascoste nei terminali di pagamento che “clonano” i dati personali contenuti nella banda magnetica.

Stesso discorso, seppure con percentuali minori, lo troviamo nelle operazioni di pagamento on line, dette anche CNP (Card not present): i dati del rapporto Europol dimostrano che il 60% delle perdite legate a questo tipo di frode provengono dai pagamenti CNP, per un valore di 900 milioni di euro di bottino, violazioni provenienti ancora una volta da istituti di credito statunitensi.

La via ottimale per risolvere questo problema sarebbe quello di omologare gli standard EMV per tutti gli Stati, Usa compresi. Inoltre, favorire e sensibilizzare la cooperazione tra i vari stati dell'Ue e quelli extraeuropei, ma anche tra banche: un problema di cui Europol si lamenta, denunciandone la poca armonizzazione "da parte di tutti gli attori, società emittenti di carte di credito, centri di elaborazione dati, inquirenti e autorità giudiziarie".
In alternativa, seppur temporanea, si parla di GeoBlocking, meccanismo che impedisce le transazioni con carte di pagamento elettronico al di fuori dell'Europa, a meno che non sia il cliente stesso ad attivarla esplicitamente. In questo modo, però, si andrebbe a ridurre drasticamente la funzionalità e il principale vantaggio della carta di credito, quello cioè di poter acquistare ogni cosa a distanza. I cittadini europei, però, sono disposti a fare tale sacrificio: le percentuali infatti dimostrano come circa il 60% di loro sarebbe favorevole a questo blocco.