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Carte d'identità elettroniche con chip difettoso, ecco cosa accadrà a chi le ha ricevute

Carta d’Identità elettronica (foto: Wikimedia CC)
Carta d’Identità elettronica (foto: Wikimedia CC)

Le nuove carte d’identità elettroniche, che stanno mano a mano sostituendo le vecchie copie cartacee, sono sicuramente molto comode. Ma come tutte le schede, possono non solo essere smarrite, ma avere anche problemi tecnici. Come nel caso di quasi 350 mila carte, emesse nel periodo ottobre 2017 – febbraio 2018, che hanno un chip difettoso.

Questo chip ha creato un allarme notevole all’interno dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani, che ha denunciato, su parola del presidente Antonio Decaro, possibili problemi connessi all’espatrio dei cittadini – proprio a causa di questo difetto di fabbricazione.

L’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, responsabile dell’emissione delle carte elettroniche, ha subito risposto, con queste parole: “Nessun cittadino italiano è stato respinto alle frontiere in quanto le circa 350.000 carte, emesse nel periodo ottobre 2017 – febbraio 2018 con dati non riportati correttamente in una parte secondaria del microprocessore, sono perfettamente funzionanti. Queste carte mantengono inalterata la loro caratteristica di strumento sicuro di identificazione fisica e digitale, come tutte le altre CIE, dal momento che assicurano la verifica di autenticità dei dati obbligatori normalmente letti durante i controlli”.

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Dunque nessun problema alla frontiera. Ma il problema al chip resta. Un problema che era noto appunto da febbraio, e che è stato risolto in brevissimo tempo (in 24 ore), intervenendo sul processo di produzione. Cosa fare, quindi, delle 346.274 carte che presentano questo difetto?

Il Poligrafico spiega che “esistono alcuni dati secondari che, pur essendo riportati correttamente sul fronte della carta, non sono correttamente riportati sul chip”, e in particolare si tratterebbe di un’errata indicazione della data di scadenza, che è presente sulla tessera elettronica, ma non sul microprocessore. Dunque è necessario sostituire tutte le carte “fallate”.

A tal proposito è stato predisposto un piano di sostituzione gratuita delle carte difettose nei prossimi dodici mesi. Per il quotidiano Il Messaggero, che cita stime di fonte sindacale, l’intera spesa potrebbe aggirarsi intorno ai 50 milioni di euro, ma il Poligrafico ha bollato queste cifre come totalmente infondate.

Entro la fine di quest’anno il sistema anagrafico produrrà soltanto carte d’identità elettroniche, e si calcola che ci vorranno otto anni per sostituire tutti i documenti su carta, al ritmo di 7 o 8 milioni di nuove tessere all’anno, considerando che fino a oggi sono state emesse 2.961.330 carte elettroniche. Errori di chip permettendo.

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