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Carte revolving, cosa sono e quali sono i rischi

Secondo le ultime rilevazioni della Banca d’Italia i tassi di interesse si aggirano attorno al 17% su un importo di 5mila euro, contro un normale 10% di un prestito (Getty)
Secondo le ultime rilevazioni della Banca d’Italia i tassi di interesse si aggirano attorno al 17% su un importo di 5mila euro, contro un normale 10% di un prestito (Getty)

Funzionano come normali carte di credito ma il rimborso è a rate. La carta di credito revolving è emessa da una banca o da un istituto finanziario e permette di rateizzare il pagamento dei propri acquisti effettuati con la carta stessa. Attenzione agli interessi perché, la maggior parte delle volte, sono molti alti.

Le differenze con la carta di credito tradizionale

Questo tipo di carta si differenzia dalla carta di credito a saldo – che comporta semplicemente una dilazione di pagamento – per il tasso di interesse. Chi utilizza le carte di credito revolving per i propri acquisti dovrà mantenere l’importo finanziato al di sotto del cosiddetto fido, un tetto massimo di esposizione verso la banca. Superato tale tetto, il cliente sarà costretto a pagare un ulteriore costo, pari alla commissione di massimo scoperto.

Meno garanzie

Questo tipo di finanziamento risulta più accessibile rispetto ai normali prestiti e finanziamenti dal momento che richiede meno garanzie da parte del cliente. D’altro canto, però, le carte revolving spesso nascondono numerosi svantaggi, iniziando dal tassi di interesse.

Tassi di interesse altissimi

Secondo le ultime rilevazioni della Banca d’Italia i tassi di interesse si aggirano attorno al 17% su un importo di 5mila euro, contro un normale 10% di un prestito. La continua disponibilità di denaro spesso spinge il cliente a indebitarsi oltre modo, non riuscendo più a sostenere gli interessi di mora e le commissioni di massimo scoperto. L’utilizzo delle carte revolving risulta in forte ascesa soprattutto tra i giovani che non sempre controllano approfonditamente vincoli e costi del contratto sottoscritto con la sua banca.

Gli elementi da valutare

Per prima cosa è bene leggere con attenzione i contratti che si sottoscrivono con la banca o con la finanziaria che rilascia la carta. E’ bene controllare anche il T.A.N. (Tasso annuo nominale), il T.E.G. (Tasso effettivo globale) e il T.A.E.G. (Tasso annuo effettivo globale, che comprende anche le spese di istruttoria, assicurative e dell’attività di mediazione).