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Casco, assicurazione, velocità: in cerca di regole per il monopattino

Monopattino (Photo: ANSA)
Monopattino (Photo: ANSA)

(di Maria Pia Terrosi)

Per i millennials è il solo modo per muoversi in città. Per gli automobilisti una mina vagante. Per i pedoni un ostacolo che può bloccare un marciapiede. Per gli urbanisti uno strumento per ridurre il numero di auto in circolazione. l giudizi sul monopattino elettrico dividono i tecnici e le famiglie. Si riuscirà a trovare un punto di accordo al momento di varare le nuove regole?

L’andamento del mercato mostra una richiesta che è difficile ignorare. Vendite e sharing vanno a gonfie vele perchè il monopattino è leggero e poco ingombrante, può salire facilmente su treni, bus, metro: in pratica è il mezzo ideale per percorrere l’ultimo miglio nella mobilità urbana. Nelle 18 città italiane in cui è attivo il servizio di mobilità condivisa il numero di monopattini disponibili è aumentato di cinque volte in pochi mesi: più di 27.000 a settembre 2020 rispetto ai 4.900 di dicembre 2019. Complessivamente, secondo i dati contenuti nel quarto Rapporto nazionale sulla sharing mobility, lo scorso anno sono stati effettuati 7,4 milioni di noleggi di monopattini e percorsi 14,4 milioni di chilometri.

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Ma un forte interesse si è registrato anche nelle vendite. Secondo stime di GfK – azienda tedesca che fornisce dati su consumi - nel comparto italiano della e-mobility (monopattini elettrici, skateboard elettrici, hoverboard e one wheel) nei primi sette mesi del 2020 sono stati venduti oltre 125.000 mezzi, con una crescita di valore del 140% rispetto al 2019. E il 90% delle vendite ha riguardato il monopattino. Dati confermati dalle prime stime sulle vendite incentivate dal bonus mobilità che indicano intorno ai 165.000 i mezzi di micromobilità acquistati, il 90% dei quali è rappresentato da monopattini.

Assieme al numero dei monopattini sono aumentati i problemi. Se nel 2020 sono stati 125 gli incidenti gravi che hanno coinvolto i monopattini ma fortunatamente con una sola vittima, quest’anno sono già sette le presone che hanno perso la vita. Solo a Milano - una delle città con il maggior numero di monopattini in circolazione - dal primo giugno 2020 a oggi Areu (l’Agenzia regionale emergenza urgenza) ha ricevuto 659 richieste di soccorso al riguardo. “Purtroppo gli eventi drammatici che continuano a ripetersi impongono una riflessione più attenta sul modo in cui questi mezzi devono circolare”, ha detto il governatore lombardo Attilio Fontana.

Di fronte a questi dati la Regione Lombardia ha deciso di inasprire le regole sull’uso dei monopattini, ritenendoli – per come sono impiegati oggi - poco sicuri sia per chi li usa che per i pedoni. Ovvero: divieto di utilizzo per i minorenni, limiti di velocità più stringenti, obbligo per tutti di indossare il casco anche sopra i 18 anni e di stipulare un’assicurazione per la responsabilità civile. Anche in molte altre città si stanno definendo nuovi regolamenti. A Firenze ad esempio un’ordinanza presentata dal sindaco Dario Nardella prevede - a partire dal prossimo dicembre - l’obbligo per tutti di utilizzare il casco.

“Senza dubbio i monopattini pongono un problema di sicurezza”, afferma Massimo Ciuffini, dell’Osservatorio sulla sharing mobility promosso dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile e dal ministero per la Transizione ecologica. “Ma come spesso accade in Italia in realtà le regole ci sono, il vero problema è che non sono rispettate e le sanzioni non vengono erogate. Il che aumenta la percezione che non ci siano regole o comunque non siano sufficienti”. Regole per la verità già piuttosto precise: l’uso del monopattino è consentito solo ai maggiori di 14 anni; il casco è obbligatorio per chi ha meno di 18 anni; è vietato utilizzare il mezzo in due; la velocità massima è di 25 chilometri all’ora quando si circola in strada e di 6 nelle aree pedonali.

Si tratta di norme che potrebbero già assicurare un livello di sicurezza adeguato e in linea con gli standard di molti altri Paesi europei. Eppure quante volte capita di vedere ragazzi andare in due sul monopattino? E senza casco? O a velocità ben superiori a quelle consentite?

Altro tema critico è la sosta. Monopattini e bici elettriche spesso sono parcheggiati sui marciapiedi, rendendo difficile il passaggio a pedoni, carrozzini, disabili.

“Quello della sosta selvaggia è un problema strutturale la cui risoluzione ci impegnerà nei prossimi anni. Se un’auto in sharing può sostare nei parcheggi delle auto e così uno scooter, una bici in sharing o un monopattino dove dovrebbero essere parcheggiati senza dare fastidio? Da una parte spingiamo all’utilizzo di questi mezzi, dall’altra non offriamo soluzioni concrete per poterli usare correttamente”, aggiunge Ciuffini. “Del resto la presenza capillare di monopattini – la possibilità di trovare un mezzo ovunque - rappresenta un elemento fondamentale del servizio, ma al contempo crea problemi. Lo vediamo specie nei centri storici delle città più grandi dove ci sono molti mezzi e i marciapiedi sono invasi dai monopattini che sottraggono spazio ai pedoni”.

Su questo tema alcune città si sono già messe al lavoro. A Bologna, per le biciclette, e a Milano o Venezia, per i monopattini, le amministrazioni comunali hanno individuato e delimitato spazi non utilizzati dai pedoni nei quali si possono parcheggiare monopattini e biciclette. “Come Osservatorio riteniamo che vada promosso il principio per cui la sosta di ogni genere di veicolo (e quindi anche del monopattino) debba necessariamente avvenire in aree dedicate, mentre i marciapiedi devono rimanere riservati ai pedoni”, si legge in una nota dell’Osservatorio.

Partendo dal principio di non sottrarre spazio alla pedonalità, la proposta dell’Osservatorio è ricavare una “nuova riserva” di spazio all’interno della sede stradale cittadina, dedicandola esclusivamente alla sosta di monopattini, bici ed e-bike. L’idea – chiamata Ci vediamo all’angolo - è dedicare alla sosta di questi mezzi almeno uno spazio di 2 metri per 5 – l’equivalente dello spazio per parcheggiare un’auto - in corrispondenza degli incroci stradali.

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.