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Catalogna indipendente, Wall Street e Francoforte volano

Per molti i mercati finanziari sono un vero rebus, spesso infatti si comportano in maniera poco comprensibile, se non addirittura contraddittoria. Tuttavia uno dei punti fermi sui quali il consenso è quasi unanime è che “i mercati temono le situazioni di incertezza”.

Mi chiedo allora cosa ci sia di più incerto dell’attuale situazione in Spagna, e stiamo parlando di uno dei Paesi più importanti dell’Unione europea, ma nonostante ciò il Ftse100 di Londra (+0,2%) supera nuovamente i 7.500 punti avvicinandosi ai propri massimi storici, Francoforte (+0,6%) il suo massimo storico lo polverizza, il Dax supera addirittura quota 13.200 punti un livello considerato “lunare” soltanto pochissimi mesi fa ed il Cac40 di Parigi (+0,7%) torna sui massimi dal gennaio 2008.

Insomma il rebus, effettivamente, non è di facile soluzione.

Soprattutto perché a Madrid (-1,4%) l’Ibex perde meno di un punto e mezzo percentuale, praticamente nulla se si tiene conto che soltanto ieri l’indice di riferimento della Borsa spagnola aveva guadagnato molto di più (+1,9%).

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Insomma, siamo onesti, se tempo fa ci avessero detto che il Parlamento catalano avesse votato in maniera plebiscitaria per l’indipendenza dalla Spagna probabilmente ci saremmo attesi un ribasso di dieci punti percentuali per la Borsa spagnola.

E che dire di Wall Street che addirittura continua a superare record storici a ripetizione, oggi il Nasdaq (Francoforte: 813516 - notizie) sta avendo una seduta che non esageriamo a definire storica. Ecco alcune performances che i maggiori titoli stanno realizzando in questo momento: Amazon (+12,5%), Microsoft (Euronext: MSF.NX - notizie) (+7,1%), Intel (Euronext: INCO.NX - notizie) (+6,8%), Google (+6,0%), Facebook (Swiss: FB-USD.SW - notizie) (+4,2%), Apple (Swiss: AAPL-EUR.SW - notizie) (+3,3%) … vi basta?

E stiamo parlando di titoli per nulla sacrificati nei giorni scorsi, al contrario si trovavano tutti già sui loro massimi assoluti. Insomma, d’accordo le buone trimestrali, ma non basta questo per giustificare un simile contesto.

Probabilmente i mercati ritengono che per far fronte a situazioni straordinarie le Banche Centrali sosterranno ancora di più le politiche espansive che stanno perpetuando ormai da dieci anni. Dieci anni di “mercati drogati” produrranno nel tempo disastri inenarrabili.

Il nostro Ftse Mib (-0,62%) ma non fa testo, praticamente l’Italia non conta nulla, a Piazza Affari si vendono i titoli bancari, quelli assicurativi ed in generale si preferisce rifugiarsi nei titoli difensivi.

Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro

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Autore: Giancarlo Marcotti Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online