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Cdp Reti, vicina cessione 35% a State Grid of China

L'amministratore delegato di China State Grid, Liu Zheny, in una foto del febbraio 2012 a Lisbona. REUTERS/Hugo Correia

di Luca Trogni e Francesca Landini

MILANO (Reuters) - State Grid Corporation of China (SCCG), prima utility pubblica al mondo, sta per sbarcare in Italia con un'operazione che la porterà a detenere, in trasparenza, poco più del 10% di Snam e Terna, i due campioni nazionali nella distribuzione di energia.

A condurre l'operazione, anticipata nei giorni scorsi da Reuters, è la Cdp, che stamane ha confermato di essere in trattativa avanzata con il colosso asiatico per la cessione del 35% di Cdp Reti, la controllante con quote di circa 30% di Snam e, a breve, anche di Terna. La firma dell'accordo, ha detto da Pechino il presidente della Cdp Franco Bassanini, è prevista per fine mese.

Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan ha parlato oggi di un'operazione attorno ai 2 miliardi di euro, un ammontare che rappresenta il maggior singolo investimento cinese in Italia di sempre, superando ampiamente i circa 1,3 miliardi investiti dalla banca centrale cinese in Eni lo scorso marzo.

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Cdp, assistita dall'advisor Lazard, realizza così una dismissione rivelatasi nel corso dei mesi meno facile del previsto - durante l'iter dell'offerta la lista degli interessati si è di molto assottigliata scendendo da oltre 10 a due - e riesce nello scopo di cedere una quota rilevante senza mettere in discussione la governance di Cdp Reti, quindi delle reti nazionali per gas ed energia elettrica.

Rimane da vedere se i 2 miliardi - "sarà qualcosa di più" dice una fonte vicina all'operazione - saranno destinati ad attività della Cdp a sostegno dell'economia nazionale (28 i miliardi mobilitati dal gruppo pubblico nel 2013) o andranno attraverso un dividendo straordinario al Tesoro, azionista all'80%, che punta con qualche difficoltà a ridurre il debito tramite dismissioni.

SCCG da parte sua si assicura una partecipazione che è garanzia di rendimento negli anni e allarga la sua presenza in Europa dove è sottopesata.

"Per State Grid of China quello in Cdp Reti è un investimento fondamentalmente finanziario, dettato dal fatto che Snam e Terna sono asset regolamentati con una stabile generazione di flussi di cassa. E storicamente il loro 'dividend yield' è stato alto, un fattore molto attraente in una fase di tassi di interesse molto bassi" commenta Javier Suarez, analista di Mediobanca Securities.

Il gruppo cinese è oggi presente in Portogallo con una quota del 25% di Ren, distributore nazionale di energia, e in Grecia concorre alla gara per la privatizzazione dell'operatore nazionale Admie, cui partecipa anche Terna.

L'operazione di SCCG, che ha avuto come advisor finanziario Morgan Stanley, è la seconda condotta in meno di tre mesi dall'industria cinese in Italia. A maggio era stato il Fondo Strategico Italiano, anch'esso espressione della Cdp, a cedere per 400 milioni di euro il 40% di Ansaldo Energia a Shanghai Electric e ad accordarsi per due joint-venture in Cina.

Mentre, dal lato finanziario, lo scorso marzo la banca centrale People Bank of China era entrata nell'azionariato non solo di Eni ma anche di Enel con quote di poco superiori al 2%.

PER CDP RETI IN ARRIVO FINANZIAMENTO, PER CDP DIVIDENDO STRAORDINARIO

A latere dell'operazione, in base a quanto spiegato a Reuters da alcune fonti, Cdp Reti accede a un finanziamento per 1,5 miliardi di euro da parte di un consorzio di banche e della Cdp, che riceverà poi un dividendo straordinario anche in questo caso da impiegare nelle proprie attività o da girare, almeno in parte, al Tesoro.

Cdp Reti, sinora holding di controllo passiva, diventerà in questo modo una società con un ridotto livello di debito - oggi non ne ha - quindi con una struttura fiscalmente più conveniente per un gruppo che ogni anno riceve cospicui dividendi. Allo stesso tempo SCCG, con cui sono stati condivisi i contenuti dell'operazione, spunterà condizioni più convenienti (il pacchetto comprato in trasparenza vale ai prezzi attuali di Borsa 2,4 miliardi).

Nel dettaglio a sostenere il finanziamento a favore di Cdp Reti sono la stessa Cdp, per circa metà dell'importo, e un consorzio di banche formato da Banca Imi, Bnp Paribas, Hsbc, Mediobanca, SocGen e UniCredit. Il prestito avrà una tranche per 500 milioni, con durata 5 anni, mentre il restante miliardo sarà un finanziamento ponte, in attesa che Cdp Reti lanci un bond per lo stesso importo con cui rimborsarlo.

CESSIONE INAUGURA PIANO DISMISSIONI, TARGET GOVERNO ANCORA LONTANO

La mossa su Cdp Reti rappresenta la prima dismissione di rilievo nell'ambito del programma di cessioni di asset pubblici nel 2014 che prevede privatizzazioni, di Tesoro e Cdp, per lo 0,7% del Pil, pari quindi a circa 10 miliardi di euro.

La Ipo di Fincantieri, finalizzata dall'inizio a dare risorse alla società, non a Cdp e Tesoro, si è conclusa con un risultato - 350 milioni - lontano dalle attese.

Il ministero dell'Economia prevede poi la cessione del 40% di Poste Italiane e del 49% di Enav, società interamente controllate, per un incasso sino a 5,8 miliardi da destinare alla riduzione del debito. Ma per Poste i tempi potrebbero allungarsi, complice il cambio al vertice che sta portando con sé una revisione della struttura societaria.

Mentre, nel campo delle quotate, il ministero intende cedere il 3% di Eni e il 50% di Stm Holding a cui fa capo il 27% di STMicrolectronics. A cui, in base a una recente intervista di Padoan, potrebbe aggiungersi un'altra quota di Enel.Per quanto riguarda Cdp, rispetto al programma iniziale restano un potenziale 14% di Cdp Reti, per la quale punta a più di un investitore, oltre alla privatizzazione di Sace e di Tag. Con obiettivo un totale di 4/5 miliardi.

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