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Chi perde soldi quando Facebook e Instagram non funzionano?

Un telefono bloccato, uno schermo rotto, il logo di Instagram. Ma cosa succede per l’economia se i social si fermano? (foto d’archivio Getty Images)
Un telefono bloccato, uno schermo rotto, il logo di Instagram. Ma cosa succede per l’economia se i social si fermano? (foto d’archivio Getty Images)

Se non sei sui social sei finito“, dicevano. Se però sei solo sui social, e questi smettono di funzionare, allora sei finito lo stesso. Lo possiamo dire con certezza perché a seguito degli ultimi problemi tecnici su Facebook e Instagram (avvenuti tra il 13 e il 14 marzo 2019), molti hanno lamentato la perdita di guadagni e della preziosa visibilità sulla quale fa perno la loro intera esistenza.

Per fare un esempio citato sul sito The Verge, la compagnia Wonghaus Ventures, specializzata nella promozione di contenuti digitali e nella rivalutazione dei brand, ha perso 10mila dollari di guadagno durante l’ultimo guasto tecnico di Facebook (il quale ha contagiato anche Instagram). Il motivo? Durante quelle ore la compagnia aveva investito denaro per pubblicizzare sui social i servizi, e nonostante i post pubblicizzati siano stati pubblicati, nessuno li ha visti.

La stima dell’azienda è veritiera, perché si basa sulle campagne precedenti spese sui social, che avevano funzionato bene e senza intoppi. Quando però i social ‘si rompono’, nessuno li rimborsa. E così come Wonghaus Ventures, milioni di aziende spendono soldi per realizzare campagne Facebook convincenti.

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I social sono un’enorme piattaforma commerciale dove clic, visualizzazioni e likes sono dollari ed euro sonanti, soprattutto per chi ha un bel seguito di follower. Una giornata senza Facebook per molte aziende è paragonata allo spegnimento improvviso di un canale televisivo o di una radio. Più di 6 milioni di compagnie usano Facebook per campagne pubblicitarie, con un giro di denaro straordinariamente elevato.

Facebook ha, tuttavia, un piano d’uscita per eventi come questo. Non c’è un rimborso del guadagno perduto, ma almeno non scala il denaro per campagne che non raggiungono gli obiettivi (come nel caso sopra citato). Altre aziende hanno lamentato una riduzione sui click e questo avrà ripercussioni sul traffico nei siti e sulle opportunità di vendite e-commerce.

Per quanto riguarda Instagram, l’impossibilità di postare contenuti o di promuoverli ha reso difficile la giornata a tutti gli influencer che praticamente vivono e campano su questo social. Anche in questo caso, si parla di mancati guadagni e di rimborsi impossibili. Per gli influencers ‘esserci’ è imprescindibile: senza un continuo flusso di post e di dirette, il loro business è destinato a calare o a non rendere al massimo.

Centinaia di migliaia di post programmati per mercoledì 13 sono stati spostati al giovedì 14, compresi lanci di nuovi prodotti, annunci di nuove collaborazioni e esclusive. Di sicuro molti guadagni, seppur per un solo giorno, sono stati ‘bruciati’; per questo motivo gli esperti di comunicazione mettono in guardia gli influencer dall’essere presenti su un solo social network. Meglio differenziare, per non farsi trovare impreparati nello spauracchio di ogni websurfer: la rottura globale di Internet.

Infatti, mentre Facebook e Instagram erano in crisi, Twitter e Youtube gongolavano per il ritorno di vecchi adepti. Tuttavia, un giorno potrebbe capitare anche a loro. E se per molti i problemi tecnici sono stati l’ennesima prova di una dipendenza comprovata (chi controllava ogni 10 minuti se fossero ripartiti gli account, ad esempio), per altri mercoledì 13 marzo è stato il giorno ideale per alzare gli occhi dal telefono, scoprendo che c’è ancora un mondo oltre lo schermo.

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