Chi vincerà le elezioni in Emilia-Romagna? La guida al voto
Sono oltre 3,5 milioni (di cui 1.707.781 uomini e 1.807.758 donne) i cittadini chiamati alle urne per eleggere il nuovo governatore dell'Emilia-Romagna domenica 26 gennaio. Ecco cosa è importante sapere prima che la giornata si concluda.
Come si vota
Le questioni tecniche, innanzitutto.
Gli elettori possono votare sia per il candidato favorito, sia per una delle liste che lo appoggiano. Ma non solo: visto che il sistema elettorale emiliano prevede anche il voto disgiunto, è possibile votare sia per il candidato, SIA per una lista che in realtà NON lo appoggia affatto. I cittadini possono inoltre specificare, inserendoli a mano, due nomi di consiglieri regionali a cui dare la propria preferenza (a patto che siano di sesso diverso, pena l'annullamento del secondo nome).
Il candidato che ottiene più voti, ça va sans dire, diventa governatore regionale e rimarrà in carica per i prossimi 5 anni.
La soglia di sbarramento per le liste è fissata al 3%. Tuttavia hanno la possibilità di entrare in consiglio anche le liste sotto la soglia, a condizione che il candidato di riferimento abbia superato il 5%. Il sistema elettorale attribuisce un premio di maggioranza al vincitore, così da consentire la governabilità, garantendogli almeno il 54% dei seggi (e quindi 27 su 50).
Le urne sono aperte dalle 7 alle 23.
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Chi sono i candidati
Sono in corsa 17 liste per 7 candidati totali:
Domenico Battaglia, Movimento 3V
Simone Benini, Movimento 5 stelle
Laura Bergamini, Partito comunista
Stefano Bonaccini, Partito democratico, Europa verde, +Europa, Volt, Emilia-Romagna coraggiosa, Bonaccini presidente
Lucia Borgonzoni, Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Cambiamo-Il Popolo della famiglia, Borgonzoni presidente, Giovani per l’ambiente
Marta Collot, Potere al popolo
Stefano Lugli, L’Altra Emilia-Romagna
La sfida principale, comunque, è quella tra il governatore Dem uscente Stefano Bonaccini, sostenuto dal centrosinistra, e la candidata leghista Lucia Borgonzoni, rappresentata dal centrodestra.
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Perché il voto è importante e cosa dicono i sondaggi
Pur rimanendo una consultazione locale, il voto in Emilia-Romagna ha assunto un significato particolare all'interno del dibattito politico nazionale, a maggior ragione dopo la caduta del governo giallo-verde.
Un'eventuale sconfitta del Partito Democratico in una regione da sempre considerata "rossa" (la sinistra qui è al potere ininterrottamente dal 1970), potrebbe rappresentare per molti il fallimento del governo Conte bis, e quindi un'ulteriore legittimazione per la Lega e Matteo Salvini.
E la possibilità che il Pd venga espugnato dal centrodestra a trazione salviniana c'è davvero, visto che sondaggi condotti fino all'11 gennaio (giorno in cui è scattato il "silenzio") hanno registrato un sostanziale testa a testa fra i due candidati principali, Bonaccini e Bergonzoni.