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Cina, stretta della banca centrale su derivati valutari

SHANGHAI (Reuters) - La banca centrale cinese vuole rendere più stringenti le regole sul trading dei derivati sui cambi a partire dal 15 ottobre, nel tentativo di ridurre speculazione e volatilità sul mercato valutario dopo la drastica svalutazione dello yuan operata il mese scorso.

Lo riferiscono alcune fonti a diretta conoscenza della vicenda, secondo le quali la People's Bank of China (PBOC) chiederà alle banche di accantonare riserve in dollari equivalenti al 20% delle posizioni in derivati valutari detenute dai propri clienti per il periodo di un anno senza remunerazione.

La base per il calcolo delle riserve sarà il valore nominale dei nuovi contratti firmati dai clienti con le banche per acquistare dollari o di quelli con cui le banche vendono dollari ai clienti, riferiscono i trader. L'esclusione della vendita di dollari da parte dei clienti alle banche è un chiaro segnale che la mossa punta a frenare le aspettative di deprezzamento dello yuan sui mercati dei derivati, spiegano gli operatori.

La PBOC non ha risposto nell'immediato alla richiesta di un commento.

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"Il costo di acquisire dollari sul mercato dei derivati aumenterà perché le banche dovranno prendere in prestito denaro sul mercato per metterlo a riserva come chiesto dalla banca centrale e trasferiranno il costo sui clienti", spiega un trader di una banca Usa con sede a Hong Kong che ha visto il nuovo documento della PBOC.

"La mossa sui derivati è un altro passo per attenuare le forti aspettative di un deprezzamento dello yuan dopo la svalutazione", dice un trader di una grande banca europea a Shanghai. "Insieme ai frequenti interventi sul mercato spot, questa misura è un altro passo indietro nelle riforme della Cina sulla valuta", conclude.