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Citi: non un vero mercato orso, ma tante piccole correzioni

l tapering sincronizzato dei programmi di stimolo delle banche centrali globali porterà volatilità sui mercati. Una teoria sempre più diffusa che ha convinto anche gli analisti di Citi.

La view di Citi

Gli strateghi della società (Jeremy Hale, Maximilian Moldashl, Amir Amin) hanno confermato che esplorando gli attuali temi di mercato, non sembra che all'orizzonte si stia delineando un vero e proprio "mercato orso" ma solo una serie di tante, piccole correzioni. Anche perché la recente contrazione è stata espressione di una maggiore crescita di base, condizione perfetta per permettere alle azioni di restare all'interno di un mercato il cui trend di base resta comunque rialzista. Indubbio che i tagli sui piani di sostegno economico che si stanno operando e soprattutto che si opereranno in futuro (aumento dei tassi, diminuzione degli acquisti di titoli di stato) porteranno incertezze e volatilità, una situazione che, presumibilmente, si inasprirà nel medio termine.

Infatti attualmente tra le maggiori banche a livello internazionale solo la Fed e la Bank of England stanno effettivamente portando avanti una strategia sinergica sul rialzo dei tassi, sebbene alla fine dei conti si tratti anche in questo caso di un tapering piuttosto soft, BCE (Banca Centrale Europea), BoJ (Banca del Giappone) e le altre si stanno mantenendo ancora su un approccio accomodante, tanto che la maggior parte degli analisti ritiene che questo status dovrebbe restare inalterato almeno fino al 2019. In particolar modo la banca nipponica la quale, recentemente, oltre ad aver confermato Haruhiko Kuroda come numero uno della banca, gli ha affiancato per i prossimi 5 anni Masayoshi Amamiya (soprannominato Mr Boj perché vero fautore delle politiche economiche fin qui adottate) e Masazumi Wakatabe, professore universitario da tutti conosciuto come particolarmente favorevole verso il Quantitative Easing creato nel tempo dalla BoJ.

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Inflazione permettendo

Ma se è vero che per il momento un'azione di drenaggio sincronizzata tra le banche non è ancora arrivata, non è altrettanto certo che un innalzamento improvviso delle cifre riguardanti l'inflazione non possa in realtà poi far decidere altrimenti.

Ma è innegabile che, sebbene il processo sia stato avviato e si snodi molto lentamente, quando anche le altre banche inizieranno a dare il la alla loro exit strategy ci sarà "un'alta probabilità di correzioni del mercato azionario, sebbene non necessariamente maggiori rispetto ai periodi precedenti il drenaggio della liquidità immessa" oltre a "maggiore volatilità implicita soprattutto per le attività a rischio, compresi i titoli azionari e gli spread sul credito societario e sovrano".

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