Clima: in Italia quasi 20mila morti dal 1999
Negli ultimi due decenni, dal 1999 al 2018, l’Italia ha registrato 19.947 morti riconducibili agli eventi meteorologici estremi, che nello stesso arco di tempo hanno causato perdite economiche per 32,92 miliardi di dollari. È quanto riferito all’ANSA da Germanwatch, che ha diffuso il Climate Risk Index, lo studio annuale che calcola le conseguenze di eventi climatici come tempeste, inondazioni e ondate di calore, sui Paesi del globo.
Il rapporto evidenzia come questi eventi colpiscano duramente anche i Paesi più sviluppati.
L'Italia negli ultimi vent'anni si è assestata al sesto posto per numero di vittime in seguito a eventi meteorologici, ed è in diciottesima posizione per numero di perdite economiche pro capite e più in generale, dal 1999 al 2018, risulta il ventiseiesimo Paese maggiormente colpito dagli eventi estremi.
GUARDA ANCHE: USA: 2017 anno di eventi climatici disastrosi
Nel 2018 il Paese più colpito dagli eventi estremi è stato il Giappone, martoriato da piogge eccezionali, ondate di calore e tifoni. Seguono poi Filippine, Germania, Madagascar, India, Sri Lanka, Kenya, Rwanda, Canada e Fiji.
LEGGI ANCHE: Il Papa alla Cop25: lasciamo ai giovani un ambiente migliore
In termini assoluti, l'India è il primo Stato sia per numero di vittime (2.081, davanti alle 1.282 giapponesi), sia per perdite economiche: (37,8 miliardi, cui seguono i 35,8 miliardi del Giappone). L'Italia, nella classifica annuale, è invece ottava per perdite economiche pro-capite e ventottesima per numero di morti.
GUARDA ANCHE: Clima, al via a Madrid la COP25: presenti 196 Paesi
Uno studio che punta i riflettori sulla mancanza di uno strumento finanziario delle Nazioni Unite capace di rimborsare le perdite legate a eventi estremi. A Madrid i governi dei Paesi stanno partecipando alla conferenza mondiale sul clima (Cop25), in cui è emersa più chiaramente la necessità di trovare nuovi sostegni e tutele per le perdite e i danni causati dal mutamento climatico planetario.
LEGGI ANCHE: Greta: "La gente sottovaluta la forza dei giovani arrabbiati"