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Clinton: la vittoria della preparazione

Alla fine, la Clinton si è aggiudicata, seppur di misura, il primo dei 3 round televisivi contro Trump.

O almeno cosi hanno deciso i mercati, mettendo a segno un “relief rally” dopo la chiusura dello show, tanto più robusto, quanto più l’asset è impattato dall’esito delle presidenziali (vedi, il +2% del Peso Messicano).

La Clinton ha avuto il sopravvento grazie ad un indiscussa preparazione e un atteggiamento aggressivo e sicuro. Ma quella di ” The Donald ” non è sembrata una disfatta. Il candidato repubblicano ha cercato di tenere un atteggiamento misurato e “presidenziale” in questo primo scontro, evitando di buttarla in bagarre con atteggiamenti plateali e gigioni, e ha segnato alcuni punti su politica estera e rinfacciando all’avversaria di proporre il medesimo messaggio da decenni. Ma ha pagato la minore preparazione e la vaghezza dei suoi programmi. Peraltro, c’è da scommettere che nei prossimi scontri (9 e 19 ottobre) la vera vena di Trump emergerà, sebbene sia discutibile se si tradurrà in un vantaggio o meno.

In ogni caso, è buona norma aspettare i primi sondaggi post scontro, in arrivo nei prossimi giorni, prima di trarre conclusioni definitive, ma sembra lecito ipotizzare che la Clinton abbia arrestato la recente slavina, e segnato un punto importante stanotte.

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In ogni caso, l’euforia per l’esito del dibattito ha avuto vita breve. Ad avvantaggiarsene è stata la seduta asiatica, con la maggioranza dei principali indici in recupero. A correggere moderatamente, solo India e Australia. Ma nemmeno i mercati locali cinesi hanno incantato (Shanghai +0.6%) se si considera che gli Industrial profits di agosto hanno mostrato il rialzo maggiore da 3 anni a questa parte. In realtà, il dato è aiutato da un robusto effetto base (agosto scorso era stato estremamente avaro), ma il fatturato è comunque cresciuto, e il trend è confortante.

Il rally si è afflosciato bruscamente a metà mattinata europea, grazie ad un buon numero di “tegole” comparse sui media:

  • indiscrezioni (già circolate in precedenza) di un taglio del dividendo e una riduzione di 9000 unità del personale a Commerzbank (Xetra: CBK100 - notizie) .

  • Bloomberg ha riportato che il Dipartimento di Giustizia US starebbe valutando l’importo massimo di multa da comminare a VolksWagen (Londra: 0P6N.L - notizie) , senza mandarla a gambe all’aria.

  • Il petrolio ha nuovamente invertito la marcia in seguito a reports secondo cui non ci sarà alcun accordo a Algeri, mentre l’Iran vorrebbe incrementare la sua produzione oltre i 4 mln di barili al giorno e mirerebbe a ottenere il 12.7% di qualunque tetto venisse imposto alla produzione OPEC.

Naturalmente le news bancarie non hanno fatto che aumentare le pressioni su Deutsche bank (Londra: 0H7D.L - notizie) , tornata ieri per l’ennesima volta sotto i riflettori dopo la multa US le esternazioni della Merkel ieri. I nuovi minimi dell’azione hanno trovato ampio spazio sui media, mentre novità delle ultime ore è la comparsa di un contagio sui bond senior del colosso tedesco, che hanno accelerato al ribasso in mattinata. Non un gran segnale, visto che questi strumenti sono per lo più in mano a investitori con una propensione al rischio inferiore a quelli che detengono i subordinati.

Cosi (NasdaqCM: COSI - notizie) , affossati da banche e auto, gli indici europei hanno rapidamente restituito i guadagni e accumulato discrete perdite, mentre i bond core hanno preso nuovamente il largo, con il bund a fare i minimi di rendimento da oltre 2 mesi. In difficoltà i periferici, con i BTP oggetto di forti vendite in mattinata, gli investitori resi guardinghi da alcunidi report di case di investimento che consigliano cautela in vista del Referendum.

Alquanto snobbati i buoni aggregati monetari di agosto in Europa, con M3 (Other OTC: MTHRF - notizie) tornata al 5.1% dal 4.9% di luglio, e crescita del lending al settore privato a 1.5% anno su anno, rispetto al +0.8% di un anno fa. Le grandi aziende, che hanno accesso al mercato, risentono positivamente dell’acquisto di corporate bonds da parte dell’ECB.

Buone notizie macro anche nel pomeriggio in US, con la consumer confidence di settembre (104.1 da prec 101.8 e vs attese per 99) a segnare il nuovo massimo post crisi. Discreto anche il PMI servizi di settembre (52 da 51.5) che però non modifica molto il quadro degli ultimi mesi per quest’indicatore, che un anno fa viaggiava circa 3 punti più in alto. Come noto, in US conta più l’ISM Non manufacturing in uscita a inizio ottobre.

Cosi, complici alcune dichiarazioni di un alto funzionario del Dept of Justice US, secondo cui le multe potrebbero venire abbassate se gli istituti collaborano, il sentiment si è ripreso e, trainati da Wall Street, gli indici europei hanno ridotto le perdite a piccole frazioni di punto. Robuste ricoperture sui nomi al centro dell’attenzione, con l’azione e i subordinati di Deutsche Bank in grado di chiudere in positivo.

Peraltro, a segnalare che il livello di guardia resta elevato ci pensano i bonds, con il rendimento del T-note tornato in area 1.55%, mentre il Bund, a -0.14% dista una manciata di Bps dai minimi assoluti segnati dopo Brexit. A -0.085 i JGB decennali, che dovrebbero essere ancorati a 0%. Del rimbalzo dei rendimenti di un paio di settimane fa, si sono perse per il momento le tracce.

Autore: Giuseppe Sersale Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online