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Col Green pass sempre in tasca. Chi potrà controllarlo e come? Tutte le risposte ai dubbi

(Photo: Getty Images)
(Photo: Getty Images)

Conto alla rovescia per l’entrata in vigore del Green pass. La certificazione verde, che ci verrà richiesta all’ingresso di determinati luoghi (cinema, palestre, teatri o ristoranti, nel caso in cui volessimo mangiare al chiuso, e per tante altre attività) diventerà la nostra migliore amica e dovremo abituarci a tenerla sempre con noi. Potremo esibirla in formato cartaceo o digitale. Ma chi sarà a controllare che i cittadini al di sopra dei 12 anni abbiano tutte le carte in regola (ovvero siano completamente vaccinati, abbiano ricevuto da almeno 15 giorni la prima dose di vaccino, che siano risultati negativi a un tampone effettuato 48 ore prima, o che siano guariti dal Covid da non più di sei mesi)? Oltre al Green pass, quali altri documenti potranno essere richiesti? Ecco la risposta ad alcune domande “pratiche”, per la nostra nuova vita con la certificazione.

Chi sarà autorizzato a richiedere il Green pass?

Inutile storcere il naso di fronte alla richiesta di un ristoratore o del titolare di una palestra. Entrambi sono autorizzati a chiederci la certificazione verde. Oltre alle forze dell’ordine, potranno infatti procedere al controllo del Green pass tutti i titolari o i gestori dei servizi e delle attività in cui è obbligatorio. L’operazione avverrà tramite l’utilizzo di VerificaC19, l’applicazione nazionale che permette di verificare la validità delle certificazioni, anche senza connessione internet.

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Quale altro documento dovremo esibire oltre al Green pass?

Sul Green pass non c’è la foto dell’utente, ma solo il Qr code, il nome e cognome e la data delle vaccinazioni o del tampone effettuato. Proprio per questo motivo è difficile per chi verifica accertarsi che l’identità sia giusta: i Green pass potrebbero benissimo essere stati falsificati o scambiati. I verificatori potranno dunque richiedere l’esibizione di un documento di identità, per controllare la corrispondenza dei dati anagrafici mostrati dall’applicazione.

Come funziona l’app Verifica C19?

Nei prossimi giorni potremmo vedere i titolari dei locali sfoderare il loro smartphone e puntarlo sul nostro Green pass. Il ministero della Salute ha infatti messo a punto un’applicazione, chiamata Verifica C19, deputata proprio al controllo delle certificazioni. L’app è intuitiva e facilissima da usare: ai “verificatori” basterà inquadrare il QR code del Green Pass (che si può esibire sia in formato cartaceo che digitale) con l’applicazione, che ne legge le informazioni e poi con un sistema a semaforo dice se la persona che lo esibisce è in regola oppure no. Sulla schermata appare un segno verde in caso affermativo o rosso se il Green pass è scaduto o non in regola. Contemporaneamente compaiono i dati dell’intestatario, cioè nome e data di nascita, che la persona deputata al controllo deve verificare ulteriormente chiedendo di esibire la carta di identità.

Come conservare il Green pass in formato digitale?

Qualora si abbia timore di perdere la certificazione o di dimenticarla a casa, è possibile avere sempre a portata di mano il Green pass servendosi del proprio smartphone. Scaricando il Qr code è possibile salvarlo nella galleria telefonica, come una qualsiasi altra immagine. Basterà poi esibirlo, anche senza connessione Internet. Anche l’app IO e l’app Immuni conservano il Qr code in formato digitale.

Chi sarà esentato dal presentare il Green pass?

La certificazione di esenzione alla vaccinazione anti SARS-COV-2 viene rilasciata “nel caso in cui la vaccinazione stessa venga omessa o differita per la presenza di specifiche condizioni cliniche documentate, che la controindichino in maniera permanente o temporanea”. Lo stabilisce la circolare del ministero della Salute ‘Certificazioni di esenzione alla vaccinazione anti-COVID’. Le certificazioni di esenzione alla vaccinazione Covid potranno essere rilasciate in formato cartaceo e potranno avere una validità massima fino al 30 settembre 2021, salvo ulteriori disposizioni. La durata di validità, “sulla base delle valutazioni cliniche, verrà aggiornata quando sarà avviato il sistema nazionale per l’emissione digitale delle stesse per consentirne la verifica digitale”. Temporaneamente e fino al 30 settembre, sono validi i certificati di esclusione vaccinale già emessi dai Servizi Sanitari Regionali.

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.