Column, tasso disoccupazione è punto di riferimento indiscusso per Fed - McGeever
di Jamie McGeever
ORLANDO, Florida (Reuters) - Il discorso di Jerome Powell a Jackson Hole ha fatto del 6 e del 18 settembre le due date più importanti degli ultimi anni per la politica monetaria statunitense, in quanto gli eventi di entrambe le giornate sono incentrati sul nuovo punto di riferimento della Fed: il tasso di disoccupazione.
Il primo giorno segna la pubblicazione dei dati sugli occupati non agricoli di agosto, mentre il secondo vedrà l'attesissima decisione della Fed sui tassi di interesse e, cosa altrettanto cruciale, la sintesi aggiornata delle proiezioni economiche (Sep).
La Fed taglierà quasi certamente i tassi il 18 settembre, come Powell ha anticipato a Jackson Hole e come altri funzionari hanno confermato da allora. L'unica domanda da porsi è se il ciclo di allentamento inizierà con un taglio di 25 o 50 punti base e di quanto verrà allentata la politica monetaria nei prossimi mesi.
Dopo questi due giorni cruciali di settembre, gli investitori dovrebbero avere le loro risposte.
DUE PUNTI DI SVOLTA
A Jackson Hole Powell ha fatto essenzialmente due passi avanti. Il primo, come era previsto, è un chiaro segnale di un imminente taglio dei tassi. Il secondo, forse meno atteso, è la sua altrettanto chiara enfasi sul fatto che la disoccupazione, e non l'inflazione, è ora il fattore determinante per le prossime decisioni di politica monetaria.
L'avvertimento di Powell, secondo cui la Fed "non cerca né accoglie con favore un ulteriore raffreddamento delle condizioni del mercato del lavoro", significa sostanzialmente che l'attuale tasso di disoccupazione del 4,3%, ancora piuttosto basso rispetto agli standard storici, è ora una soglia che, se superata, probabilmente scatenerà una reazione di politica monetaria.
"Il tasso di disoccupazione è a circa il 90% del dual mandate della Fed, mentre l'inflazione è pari a circa il 10%", ha detto John Silvia, fondatore di Dynamic Economic Strategy, aggiungendo che il passaggio di Powell alla disoccupazione dall'inflazione è notevole se si considera che l'economia non è in recessione.
OCCHI PUNTATI SU SETTEMBRE
Esiste comunque più di un modo per misurare la forza o meno del mercato del lavoro e, per estensione, dell'economia. Tra questi, la crescita nominale dei posti di lavoro, il flusso e il deflusso della forza lavoro e uno dei preferiti dalla Fed dopo la pandemia di Covid-19: le stime Jolts sulle dimissioni e le aperture di nuovi posti.
Tuttavia, per l'opinione pubblica, i mercati in generale e i politici, il tasso di disoccupazione offre il quadro più chiaro della tenuta del mercato del lavoro. Questo dato è doppiamente importante ora che le elezioni presidenziali statunitensi sono nel vivo.
Il tasso di disoccupazione è aumentato di due decimi di punto percentuale a luglio, raggiungendo il 4,3%, il livello più alto da ottobre 2021. Ciò ha fatto scattare la cosiddetta regola di Sahm, secondo la quale un aumento di 0,5 punti percentuali del tasso di disoccupazione medio su tre mesi rispetto al minimo dell'anno precedente è tipicamente un segnale di recessione.
Sebbene l'economista Claudia Sahm, ideatrice della regola, abbia gettato acqua sul fuoco sulle affermazioni secondo cui la recessione è ormai inevitabile, ha notato che l'aumento della disoccupazione è preoccupante. Quando si tratta di un aumento della disoccupazione, la spinta non può essere rallentata facilmente, tanto meno invertita rapidamente.
Inoltre, l'attuale tasso di disoccupazione è ora al di sopra della proiezione mediana a lungo termine dei funzionari della Fed, pari al 4,2%, pubblicata nel Sep di giugno. Da quando la Fed ha iniziato a includere le proiezioni mediane nei suoi Sep trimestrali nel 2015, i principali cambiamenti di politica monetaria hanno sempre coinciso con l'incrocio dei due valori.
Ciò è accaduto alla fine del 2016, quando la Fed ha iniziato ad alzare i tassi, all'inizio del 2020, quando la pandemia ha spinto a tagliare i tassi a zero, e all'inizio del 2022, quando la Fed ha iniziato il suo ultimo ciclo di rialzi.
Ecco perché è così significativo che sia il tasso di disoccupazione che le prospettive a lungo termine della Fed vengano aggiornati a pochi giorni di distanza l'uno dall'altro. Le variazioni dell'uno e dell'altro saranno determinanti nel percorso della Fed per il resto dell'anno e per l'inizio del 2025.
ATTERRAGGIO MORBIDO O BRUSCO?
I trader si aspettano un allentamento di 100 punti base entro la fine dell'anno e almeno altri 100 punti base l'anno prossimo. Anche se i mercati dei futures scommettono ancora su un taglio di un quarto di punto da parte della Fed a settembre, la probabilità di una mossa di mezzo punto è di una su tre.
Cosa accadrà quindi se il 6 settembre si registrerà un altro solido aumento del tasso di disoccupazione? Questo potrebbe sancire l'accordo per un taglio di 50 punti base il 18 settembre e rafforzare l'ipotesi di mosse altrettanto audaci nei prossimi mesi.
Un ciclo di tagli di tali dimensioni e velocità non sarebbe facile da gestire o comunicare per la Fed. Inoltre, è altrettanto importante che si verifichi solo se gli Stati Uniti si trovano davvero nelle fasi iniziali di una recessione, smontando una volta per tutte la narrativa "dell'atterraggio morbido" del mercato.
(Tradotto da Laura Contemori, editing Gianluca Semeraro)