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Come il 2022 ha sconvolto, scosso e danneggiato i mercati globali

Un uomo riflesso su uno schermo a Tokyo

LONDRA (Reuters) - Migliaia di miliardi di dollari spazzati via dai listini azionari mondiali, rendimenti dei bond in netta risalita, ripide oscillazioni valutarie e delle materie prime e crollo di alcuni imperi delle criptovalute: il 2022 è stato forse l'anno più turbolento che gli investitori abbiano mai visto, e per una buona ragione.

Il conteggio dei numeri finali è utile, ma non si avvicina nemmeno lontanamente a raccontare l'intera vicenda.

Certo, i titoli azionari globali hanno perso 14.000 miliardi di dollari e si stanno avviando verso il secondo peggior anno della storia, ma in questo lasso di tempo ci sono stati quasi 300 rialzi dei tassi d'interesse e un trio di rally superiori al 10% che hanno portato a un'estrema volatilità.

I fattori principali sono stati la guerra in Ucraina e l'inflazione dilagante, con le economie globali che uscivano dalla pandemia mentre la Cina ne rimaneva nuovamente intrappolata.

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I Treasury statunitensi e i Bund tedeschi, benchmark dei mercati globali del credito e tradizionali asset di riferimento in tempi difficili, hanno perso rispettivamente il 17% e il 25% in dollari.

Jeffery Gundlach di DoubleLine Capital, soprannominato il "re delle obbligazioni", afferma che le condizioni sono diventate talmente ostili che per il suo team è stato quasi impossibile fare trading per giorni interi.

"C'è stato uno sciopero dei compratori", ha detto. "Ed è comprensibile, perché i prezzi hanno continuato a scendere fino a poco tempo fa", spiega.

I problemi si sono manifestati non appena è iniziato l'anno, quando è diventato chiaro che il Covid non avrebbe messo di nuovo in ginocchio l'economia globale e che la banca centrale più influente del mondo, la Federal Reserve statunitense, era seriamente intenzionata a incrementare i tassi di interesse.

Il rendimento dei Treasury decennali e' aumentato all'1,8% da meno dell'1,5%, facendo perdere il 5% all'indice Msci nel solo mese di gennaio. Giunti a fine anno, il tasso a 10 anni si attesta al 3,8%, le azioni sono scese di quasi il 20% e il petrolio chiude il 2022 in rialzo dell'8%, dopo essere salito di quasi l'80% all'inizio di marzo.

La Fed ha attuato rialzi dei tassi complessivi per 400 punti base, mentre la Banca centrale europea ha raggiunto la cifra record di 250 pb, nonostante l'anno scorso avesse detto che era improbabile che si adoperasse in questo senso.

IL DOLLARO REGNA SOVRANO

La forza del dollaro lo ha visto avanzare di oltre l'8% rispetto alle principali valute mondiali e del 14% rispetto allo yen, anche dopo che la mossa inaspettata della Banca del Giappone questo mese ha dato un po' di fiato alla divisa nipponica.

Nei mercati emergenti, i problemi di inflazione e di politica monetaria della Turchia sono costati alla lira un altro 29%, ma hanno anche visto i locali affollare il mercato azionario rendendolo il piu' performante al mondo, con un guadagno dell'80% anche in termini di dollari.

L'Egitto, in difficoltà, ha svalutato la moneta di oltre il 36%. Il cedi ghanese è crollato del 60% unendosi allo Sri Lanka, alla Russia e all'Ucraina in default. Nonostante sia in netto calo rispetto ai massimi di giugno, il rublo è ancora la terza valuta al mondo per quel che riguarda la performance, grazie ai controlli sui capitali effettuati da Mosca. Inizialmente la moneta russa era stata deprezzata in seguito all'invasione dell'Ucraina.

"Se mi chiedeste cosa succederà l'anno prossimo, non saprei proprio dirvelo", dice Robert Alster, Chief Investment Officer di Close Brothers Asset Management, ricordando tra gli eventi che hanno segnato quest'anno, il colpo subito dalla sterlina e dai mercati obbligazionari britannici quando il breve governo di Liz Truss ha tentato un pacchetto fiscale finanziato in deficit.

I rendimenti dei gilt decennali sono schizzati di oltre 100 punti base e la sterlina ha perso il 9% nel giro di pochi giorni - movimenti di rara portata nei mercati principali.

PROBLEMI TECNOLOGICI

L'impennata dei tassi ha fatto perdere 3.600 miliardi di dollari ai colossi del settore tecnologico. Facebook e Tesla hanno segnato flessioni superiori al 60%, mentre Google e Amazon sono scese rispettivamente del 40% e del 50%.

I titoli cinesi hanno messo a segno un rally tardivo, grazie all'allentamento della politica zero-Covid. Ma sono ancora in ribasso del 24% e il debito pubblico dei mercati emergenti è in ribasso di oltre il 17%.

Anche le Ipo (Offerte pubbliche iniziali) e le vendite di obbligazioni sono crollate quasi ovunque, ad eccezione del Medio Oriente, mentre le materie prime sono state l'asset più performante per il secondo anno consecutivo.

L'incremento del gas naturale di quasi il 15% è il maggiore in assoluto in questo settore, soprattutto a causa della guerra in Ucraina, che a in un certo momento ha fatto lievitare i prezzi fino al 140%.

I crescenti timori per la recessione, insieme al progetto dell'Occidente di non acquistare più petrolio russo, fanno sì che il Brent abbia ceduto gran parte del guadagno dell'80% registrto nel primo trimestre, così come accaduto con il grano e il mais.

Il mercato delle criptovalute è stato ancora più caotico.

Il Bitcoin ha perso il 60% del suo valore, mentre il più ampio mercato delle criptovalute si è ridotto di 1,4 trilioni di dollari, schiacciato dal crollo dell'impero Ftx di Sam Bankman-Fried, di Celsius e delle presunte "stablecoins" terraUsd e Luna.

"Quello che è successo quest'anno sui mercati globali è stato traumatico", commenta Stefan Gerlach, capo economista di Efg Bank ed ex vice governatore della banca centrale irlandese. "Ma se le banche centrali non avessero sottovalutato l'aumento dell'inflazione in modo così drammatico, non sarebbe stato così catastrofico", ha aggiunto.

Per ulteriori notizie sui mercati Reuters, visitare il sito

(Tradotto da Chiara Bontacchio, editing Valentina Consiglio)