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Come leggere l'estratto conto

Manuale d’istruzioni per verificare lo stato del nostro conto corrente

È solo un pezzo di carta con qualche numero scritto sopra. Che paura può farmi?” si chiedeva Rebecca Bloomwood, la spendacciona protagonista del best setter chick lit “I love shopping”, tirando fuori dalla busta l’estratto conto inviatole dalla banca. Pochi secondi dopo, l’immancabile attacco di panico di fronte a rendiconto astronomico! Quante volte, leggendo l’estratto conto, ci è capitato di pensare “Non posso aver speso tutti questi soldi!”
Allora proviamo a esaminare ogni voce che compare su questo temutissimo documento per tenere d’occhio le nostre spese.

Intanto, cos’è? È un riepilogo delle operazioni effettuate sul conto corrente che la banca invia ai suoi correntisti con cadenza periodica: mensilmente oppure ogni tre, sei o dodici mesi. Riceverlo a domicilio ha un costo ma in alternativa, si può richiedere presso gli sportelli bancomat.

Come leggerlo?
Sul foglio in alto compaiono il numero del nostro conto corrente, il codice Iban e tutti gli altri codici bancari. Di solito sono inserite anche alcune informazioni sullo stato del conto, promozioni offerte dalla banca e i recapiti per contattare l'Ente bancario.
È composto da 3 sezioni: dettaglio dei movimenti, conto scalare e dettaglio competenze di chiusura.

Dettaglio dei movimenti
Considerato l’estratto conto vero e proprio, è un elenco in ordine cronologico delle operazioni effettuate. È strutturato in 5 colonne.

  1. Data operazione: è il giorno in cui è contabilizzata una determinata operazione di accredito o di addebito sul conto corrente.

  2. Data Valuta: è quella in cui gli importi accreditati iniziano a produrre interessi e, al contrario, quelli addebitati smettono di farlo. Per gli accrediti, la data è in genere di qualche giorno successiva a quella dell'operazione, mentre per gli addebiti (bonifici, prelievi al bancomat) è di qualche giorno prima.

  3. Descrizione dell’operazione: è un breve testo che descrive nel dettaglio le singole operazioni effettuate, con il nome della banca sulla quale è stato effettuato l’addebito o l’accredito, il nome della filiale, il motivo, la data e l’ora del prelievo e, in caso di bonifico, il nome del destinatario.

  4. Addebiti o movimenti dare: sono gli importi delle operazioni passive, ovvero i movimenti in uscita, come bonifici a debito, pagamenti, prelievi, assegni emessi, ricariche telefoniche, pagamenti con carta di credito.

  5. Accrediti o movimenti avere: sono gli importi delle operazioni attive, cioè i movimenti di versamento: accrediti dello stipendio, bonifici e assegni a favore, ricezione di pagamenti, versamenti al bancomat o agli sportelli della banca.


Quello che salta subito all’occhio è il saldo finale, ovvero l’effettiva disponibilità sul conto. Non tutte le banche concedono lo scoperto di conto e in ogni caso se si va "in rosso" si devono pagare degli interessi sulla somma eccedente.

Conto scalare
A gennaio la banca invia ai correntisti un documento, chiamato  conto scalare,  per comunicare l'ammontare degli interessi maturati a loro favore durante l'anno passato, di quelli che eventualmente devono pagare (per gli scoperti dell'ultimo trimestre) e delle spese di tenuta del conto. È un riepilogo delle competenze (interessi e spese) effettuate dalla banca sui movimenti che vengono poi contabilizzate sul conto.
Anche il conto scalare è suddiviso in più voci.

  1. Valuta: come nel caso del dettaglio movimenti, è la data da cui cominciano a maturare gli interessi per gli accrediti e smettono di farlo per gli addebiti.

  2. Saldi per valuta: è la sequenza dei saldi, attivi e passivi, ottenuta raggruppando tutte le operazioni con uguale data di valuta.

  3. Giorni valuta: è il numero di giorni per i quali un determinato saldo rimane inalterato sul conto.

  4. Numeri debitori/creditori: è la somma dei saldi raggruppati per valuta che sono stati moltiplicati per i singoli giorni e poi divisi per 100. Se il saldo è negativo, si tratta di numeri debitori. Si parla invece di numeri creditori quando il saldo è positivo. Questi numeri serviranno per il calcolo degli interessi.

  5. Saldo liquido finale: è la somma finale realmente disponibile al momento della chiusura dell'estratto conto.

  6. Saldo contabile finale: è la somma delle operazioni registrate fino a un certo momento sul conto corrente. Può essere diverso dal saldo disponibile finale, che tiene conto della disponibilità sul conto di operazioni contabilizzate e funziona in base alla cosiddetta data di valuta, perché in quello contabile le operazioni sono registrate nel momento in cui avviene il flusso in entrata o in uscita.

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Dettaglio delle competenze di chiusura

È il calcolo di ciò che viene accreditato o addebitato alla fine del periodo, strutturato in 4 voci:

  1. Interessi attivi: sono gli interessi applicati sulle somme a credito e si calcolano togliendo la ritenuta fiscale (27%) dagli interessi lordi.

  2. Interessi passivi: sono quelli che derivano dalle somme a debito, cioè utilizzate oltre le disponibilità del conto corrente.

  3. Spese di tenuta conto: canone annuo che comprende il costo delle operazioni principali, ma ne esclude altre, pagate a parte, di cui è dettagliato il numero, il costo unitario e complessivo. Le spese di tenuta conto aumentano se il conto corrente è andato in rosso: in questo caso, infatti, sono da pagare anche le spese per operazione di scoperto.

  4. Bilancio competenze: calcolato sottraendo agli interessi attivi netti, gli interessi passivi, le spese di tenuta conto, le altre spese e la commissione di massimo scoperto. Se il risultato di questa operazione è negativo (sbilancio competenze), la cifra viene addebitata e va a ridurre il saldo finale. Se il risultato è positivo (bilancio competenze), sarà accreditato, incrementando il saldo finale.