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Come sarà Fca dopo Marchionne? Le idee degli analisti

Secondo la tradizione, il re di Francia Luigi XV, disse la famosa frase: “Après moi le déluge!” ovverosia, "Dopo di me il diluvio". Per quanto la stessa frase non si possa certo attribuire ad un altro monarca quasi assoluto come Marchionne, è però innegabile il fatto che Fca dopo l'addio del suo attuale ad previsto per la primavera del 2019, sarà costretta a pensare come riuscire a ottimizzare quanto finora fatto dal leader italocanadese.

Gli scenari

Il primo è quello della tanto agognata fusione tra la casa torinese e un'altra grande protagonista del mercato. Non dovrà essere necessariamente quella GM (NYSE: GM - notizie) fortemente corteggiata da Marchionne senza alcun risultato che un marcato disinteresse: per gli analisti, infatti, le grandi manovra sul fronte Peugeot (Other OTC: PUGOF - notizie) , potrebbero aver reso più appetibile addirittura Volkswagen Ma la carta GM non resta esclusa anche perché un'eventuale fusione permetterebbe agli Agnelli di avere un ruolo di primo piano anche se non direttamente di comando: troppa la frammentarietà sul fronte degli azionisti in casa GM ma anche grandi potenzialità favorite proprio dall'assenza di Marchionne, personaggio non sempre digeribile per il Ceo di GM Mary Barra. Al secondo posto, lo scenario più temuto, lo spezzatino che potrebbe essere favorit dalle politiche fiscali della nuova amministrazione Trump e dai suoi dazi sulle merci importate: per il momento è l'Asia la prima accusata dal presidente repubblicano, ma non è detto che la Casa Bianca non possa dare il via ad una serie di misure più restringenti, inglobando anche l'Europa nella black list.

La view degli analisti

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Si creerebbe, così, un rischio smembramento per il gruppo italiano che vedrebbe il brand italiano tornare in Europa e quelli statunitensi nelle mire di GM. Unica realtà è la difficoltà di poter valutare una situazione alla luce di una vera epropria rivoluzione protezionistica che, per il momento, non è ancora minimamente partita. A farlo notare anche gli esperti di Mediobanca (Milano: MB.MI - notizie) i quali sottolineano come l'arrivo di un balzello è difficilmente realizzabile se, come pare, molte società decidessero di spostare la produzione all'interno dei confini Usa. Resta poi l'ipotesi vendita come terzo scenario possibile. Ma anche in questo caso si tratterebbe di un'ipotesi sempre teorica visto che per il momento la società dovrà riuscire a gestire oltre alle ferite della crisi anche le incertezze di un settore che si sta incamminando verso una serie di sfide che vanno dalle energie rinnovabili all'automotive passando che i veicoli autoguidati con tutte le conseguenze industriali e normative.

La fusione con...

Non solo, ma lo stesso Marchionne, per quanto personaggio discusso, non ha mai abbandonato la convinzione secondo cui per sopravvivere nel futuro sarà necessaria una serie di alleanze e di fortificazioni tra i vari costruttori i quali, a loro volta, saranno soggetti ad una vera e propria selezione naturale.

Per quanto in molti credano che una fusione storica potrebbe avvenire solo dopo l'addio di Marchione, indiscrezioni di stampa ricordano che non più tardi di sabato scorso Alfredo Altavilla, responsabile Emea di Fca e Carlos Ghosn, numero uno di Renault (Londra: 0NQF.L - notizie) hanno avuto un incontro durante il Salone di Ginevra, incontro che potrebbe essere il preludio di una collaborazione più stretta? Secondo gli esperti di Icbpi, è difficile potersi fidare solo di un incontro ma è anche vero che i rapporti tra Renault e Nissan sono in una fase di stallo a causa di una serie di richieste da parte dei giapponesi che vorrebbero avere più peso nel gruppo.

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