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Come trovare lavoro sui social network

Regole e consigli per mettersi a caccia di un impiego sulle piattaforme più diffuse: Facebook, Twitter e Linkedin

Lavoro e social network, un’accoppiata sempre più vincente. E se è vero che la Rete rappresenta uno dei modi più economici oltre che validi per trovare un nuovo impiego, è anche vero che non basta essere sui social network con il proprio nome e cognome e con un profilo base per migliorare la propria attività professionale, ma occorre essere a conoscenza di tutta una serie di regole fondamentali per sfruttare al meglio le possibilità che i social media offrono.

Partiamo da tre possibili scenari o meglio dai tre social network con il maggior numero di utenti.

Scenario uno. Facebook
Difficile che al giorno d’oggi qualcuno non sia su Facebook. Ma se il social network inventato da Zuckerberg è il più usato –  in tutto il mondo 845 milioni di utenti – non tutti sanno che può servire anche dal punto di vista professionale. In particolare da quando esiste la timeline. A differenza di come avveniva con il “vecchio profilo”, adesso c’è la possibilità di inserire non solo un’immagine di se stessi in formato quadrato, ma una foto di copertina in formato orizzontale che poi Facebook adatta alla pagina.

E sull’immagine di cover ci si può indubbiamente sbizzarrire: se avete scritto un libro, potrebbe essere la copertina del testo (pensate all’effetto che ha su un utente che ci sta cercando, è un’informazione immediata e neanche ricercata), così come se siete degli illustratori, disegnatori o anche creatori di pagine web o tanto altro ancora, la copertina dice qualcosa di voi e può dare subito l’impronta di quello che fate e che sapete fare. E ancora se aggiornate di frequente il vostro profilo inserendo anche le date della nostra formazione e dei vostri lavori, chi vi contatta o diventa vostro amico potrà vedere qual è la nostra storia professionale. Grazie a OpenGraph, da qualche tempo Facebook offre tutta una serie di app utili per dare informazioni degli utenti. Come City I’ve visited che consente di mettere sul proprio profilo tutti i luoghi visitati o è possibile collegare a Facebook il proprio profilo Pinterest. Inoltre, c’è da un po’, ma non ha mai avuto grande successo l’app Branch Out che consente di creare dei rapporti professionali, anche importando i dati da LinkedIn, cui ovviamente si ispira.

Scenario due. LinkedIn
Il social network di Palo Alto non viene definito a caso un “business social network”. E' infatti, tra tutti, quello più orientato al lavoro. Chi è su LinkedIn – e finora gli user sono più di 150 milioni nel mondo - si trova lì essenzialmente per motivi professionali e sceglie di creare la sua rete in base al lavoro che fa, che vorrebbe fare o a relazioni che vorrebbe instaurare in futuro. Il primo passo quindi è costruirsi una buona rete di persone che si conoscono o con cui si è avuto a che fare per lavoro. Avere un profilo su LinkedIn sempre aggiornato vuol dire avere su Internet un proprio curriculum che riporta tutte le nostre attuali e passate esperienze di lavoro.

Scenario tre. Twitter

Twitter è inferiore a LinkedIn come numero di utenti (140 milioni), ma in costante crescita, in particolare in Italia dove è di recente diventato di moda. Anche il social network dei cinguettii è utile per trovare lavoro, costruire relazioni, fare personal branding. Come gli altri, ma con delle sue specificità che lo rendono diverso e per certi versi unico. Intanto, la brevità: su Twitter si scrivono tweet (ossia messaggi) di 140 caratteri, in cui sono compresi anche i link o le immagini. Messaggi che tutti possono vedere, a meno che non ci siano impostazioni per la privacy. Altro aspetto essenziale è che, a differenza degli altri due social network, i rapporti non sono “reciproci”. Se si decide di seguire (o followare) qualcuno, questo può decidere di non seguirci né ora né mai quindi possiamo essere solo noi a ricevere i suoi aggiornamenti. E' possibile comunque seguire quello che tutti scrivono su un determinato argomento tramite gli hashtag che altro non sono che parole precedute dal segno # e su cui basta cliccare per vedere tutte le discussioni in merito. Ci sono gli hashtag ufficiali ossia creati per un evento, da un’azienda ecc… come quelli creati dai twitteri (ossia gli utenti che sono su Twitter a titolo personale) e che rispecchiano la tendenza a parlare di un certo argomento in un determinato periodo.

Gli sviluppi

Scenario uno
Facebook viene usato dalle aziende in particolare per trovare neolaureati o gente con poca esperienza: i selezionatori sono infatti convinti che sia il social network più valido per reperire questi profili. Ma la timeline dà una mano anche a chi ha una certa esperienza. Intanto, il fatto che sul profilo si possa vedere l’attività lavorativa dall’esperienza più recente a quella più passata, lo fa assomigliare a un cv e dà subito l’idea di quello che avete fatto. Per far sì che un selezionatore vada sul vostro profilo, vi conviene diventare amico di un’azienda, se ha un profilo utente, oppure diventare fan della sua pagina.

Seguire un’azienda vuol dire interagire (sono sempre più le aziende che fanno curare l’attività sui social media a chi ne è esperto) e vederne i contenuti: spesso annunci di lavoro che vengono prima postati su Facebook che sul sito aziendale. Inoltre, da qualche tempo è possibile inviare anche messaggi privati alle pagine e questo permette un’interazione sempre più immediata. I selezionatori, poi, a quanto dimostrato da alcune università americane, possono usare le informazioni sulla timeline per capire quanto siete socievoli, quanto amate viaggiare e se in linea con il lavoro che offrono. Oltre a vedere la vostra apertura mentale e la disponibilità al confronto. Altri sviluppi di Facebook: indubbiamente il passaparola. Controllate dunque in home i post delle persone di cui siete “amici”: potrebbero dare notizie su chi assume oppure offre una collaborazione. In più, Facebook permette di ricevere gli aggiornamenti dei nostri amici. Scegliete quelli che pensate vi possano dare più notizie e il gioco è fatto.

Scenario due
Capirete bene dunque come LinkedIn possa avere molti sviluppi per quanto riguarda la ricerca di lavoro. Partendo già dalla creazione del profilo. Essendo molto indicizzato sui motori di ricerca, conviene prestare attenzione al proprio badge ossia a cosa compare sotto il proprio nome e cognome. E' meglio quindi inserire la qualifica (o le qualifiche) che vi rappresenta di più e la vostra area o aree di pertinenza e il settore lavorativo. Ciò farà sì che se avete inviato il cv a un’azienda o se in qualche modo siete venuti in contatto con un selezionatore e questo vi cercherà su un motore di ricerca, troverà immediatamente corrispondenza di quello che fate o intendete fare. E ciò serve a creare già un marchio di voi stessi o per dirla all’inglese fare personal branding. Molto utile in tal senso è personalizzare l’url del profilo su LinkedIn e mettere subito dopo www.linkedin.com/ il nostro nome e cognome. Serve a farsi trovare (LinkedIn di solito appare come primo risultato, se qualcuno digita il nostro nome e cognome) oltre che appunto a creare una “pagina” con il vostro nome.

Le aziende italiane stanno investendo sempre più su LinkedIn creando profili aziendali a pagamento. Ciò consente loro non solo di avere una pagina su LinkedIn (da seguire perché si possono trarre informazioni utili su cosa succede all’interno oltre che sugli annunci di lavoro che vengono postati), ma anche di cercare i candidati in linea con il posto di lavoro vacante. Di recente LinkedIn ha presentato Talent Pipeline, una funzione all’interno di LinkedIn Recruiter che consente alle risorse umane di cercare (e trovare) i candidati passivi, ossia quelli che non sembrano voler cambiare lavoro. Per essere trovati dalle aziende è dunque necessario compilare una parte importante del profilo chiamata Competenze ed esperienze in cui si possono inserire le proprie skills sotto forma di parole chiave. Ciò permette ad un’azienda che sta cercando un candidato che abbia particolari competenze di trovarlo eseguendo semplicemente una ricerca, più o meno avanzata.Una volta che avrà trovato più candidati con un certo tipo di competenze, il selezionatore guarda in particolare la parte denominata summary ossia il riepilogo di quello che siamo e che sappiamo fare che permette di far capire se la persona trovata è quella che si sta cercando.

E' importante poi fare parte dei gruppi, il più possibile inerenti alle nostre attività. Oltre a far vedere cosa facciamo e cosa pensiamo, si possono conoscere persone interessanti e costruire relazioni oltre a sapere in anteprima delle notizie in determinati settori. Esistono anche gruppi dedicati alle offerte di lavoro e divisi per zona o per settore. LinkedIn ha poi una sezione dedicata agli annunci di lavoro che si trova a destra della voce Gruppi.

Scenario tre

Twitter, come piattaforma di microblogging, consente di condividere contenuti riguardo i propri interessi e le proprie attività. Contenuti che possono essere visibili anche a persone che seguiamo e ci interessano professionalmente (meglio quindi twittare quando si ha qualcosa di interessante da dire ed evitare di limitarsi a rilanciare i contenuti degli altri ossia ritwittare). In questo caso, basta che al tweet facciamo seguire la @ e il nome utente della persona con cui ci vogliamo mettere direttamente in contatto che sarà informata prontamente da Twitter via mail o anche tramite la stessa interfaccia del fatto di essere menzionata e da chi. E' quindi molto importante non trascurare la sezione che Twitter dedica alla bio: 160 caratteri in cui bisogna descriversi con efficacia e in cui si può inserire il link al proprio sito Web. Più siete efficaci nel descrivervi più avete possibilità di farvi conoscere e soprattutto seguire, anche dalle aziende, sempre più presenti su Twitter. Con le quali appunto, grazie alla menzione, è possibile parlare direttamente.

Un altro modo per farsi conoscere e creare degli importanti contatti lavorativi è quando si sta ad esempio partecipando ad un convegno o ad un evento in cui c’è poco spazio per il pubblico: twittando quello che si pensa o dando il proprio feedback sull’evento, magari usando l’hashtag ufficiale, si riesce a farsi notare e come è capitato a molte persone, si può essere contattati dall’azienda che può offrire un lavoro o una collaborazione. E' poi possibile crearsi delle liste con degli utenti da seguire o restare aggiornati sugli annunci di lavoro seguendo l’hashtag #lavoro.

I rischi

Scenario uno
La violazione della privacy. Intanto, vi conviene navigare con un protocollo sicuro ossia un https anziché http (le impostazioni si possono cambiare dal profilo). Se volete che un’azienda o un selezionatore legga le informazioni del vostro profilo anche senza che sia diventato vostro amico, dovrete lasciare che sia visibile e questo comporta che tutti vedano le vostre informazioni. Altrimenti – ma questo solo se avrete accettato l’amicizia – potete creare delle liste e scegliere quali contenuti far vedere. Occorre attenzione e precisione. Potrebbe capitarvi che parliate male della vostra azienda o di un superiore e che abbiate dimenticate di escluderli dai vostri contenuti.

Scenario due
LinkedIn non presenta particolari rischi. Non si condividono molte informazioni personali (a meno che non si decida di collegarlo all’account Twitter) né fotografie. Se lo si usa con obiettivi puramente professionali, i rischi sono veramente ridotti al minimo. Se si è in cerca di un nuovo lavoro e si è ancora dipendenti di un’azienda, magari meglio evitare di dirlo nei gruppi e contattare gente di interesse tramite la mail di LinkedIn.

Scenario tre
Per sfruttare a pieno il potere di Twitter conviene che il profilo sia pubblico, ma si può anche decidere di non fare vedere a tutti i propri tweet. Avere un profilo pubblico su Twitter non comporta particolari rischi a meno che non si inizi una discussione fatta di botta e risposta in cui si dicono troppe cose personali o anche non simpatiche nei confronti di un altro utente. Sono cose da evitare: ogni tweet è pubblico e può arrivare ovunque e se state usando Twitter in ottica professionale, questo non fa altro che darvi la zappa sui piedi. Se proprio, volete rispondere ad un botta e risposta, meglio usare il servizio di direct mail ossia mandare un messaggio privato e il rischio è annullato.