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Come vengono tassate le famiglie in Italia

Dai familiari a carico ai carichi di famiglia, tutto quello che c'è da sapere

Imu (Fotolia)

Come viene tassato in Italia il nucleo familiare?
Anche se se ne parla da anni e ogni tanto rispunta nei programmi di qualche partito politico, da noi non esiste un metodo per tassare la famiglia come fosse un soggetto unico, agevolando così le famiglie numerose con bimbi.
L’idea consiste nel sottoporre a tassazione non tanto il reddito del singolo contribuente ma in qualche modo il reddito disponibile per ciascun componente della famiglia. Questo sistema è ad esempio utilizzato nella vicina Francia sotto il nome di “quoziente familiare”.

Il quoziente familiare
In breve funziona così: occorre determinare il numero delle quote che spettano a ciascun tipo di contribuente (ad esempio lo sposato, la coppia, il celibe o divorziato ed il vedovo) a seconda che abbia uno o più figli a carico, o anche persone invalide; a questo punto si divide il reddito complessivo per la quota, ottenendo così un “quoziente familiare”.
La particolarità è appunto il calcolo dell’imposta dovuta non sul reddito complessivo ma sul quoziente familiare, molto più basso e quindi soggetto ad un’aliquota inferiore. L’imposta lorda dovuta dal nucleo corrisponde infine alla moltiplicazione dell’imposta dovuta per ogni quota per il numero delle quote stesse.
Non è il caso qui di soffermarci oltre su un sistema che, ricordiamo, non esiste da noi. Ma val la pena di segnalare che è un metodo molto efficiente per abbassare l’imposizione fiscale sulle famiglie.

In Italia
E in Italia come funziona? Il reddito imponibile è sempre personale, cioè le imposte sono sempre dovute dal singolo contribuente per i redditi che ha conseguito, anche se i vincoli familiari esistenti possono ridurre in qualche modo il carico fiscale.
Il reddito complessivo è dato dalla somma di tutti i tipi di reddito (ad esempio redditi da lavoro dipendente o da lavoro autonomo, redditi fondiari di capitale, ecc.), eventualmente diminuito di oneri o di spese sostenute.
Per quanto riguarda la famiglia, esistono delle spese che hanno rilevanza fiscale anche se sostenute nell’interesse delle persone che sono fiscalmente a carico.
E chi può essere a carico? Si possono dedurre le spese del figlio “bamboccione” che non se ne va di casa? E quelle della zia anziana che ha bisogno di assistenza continua?
Vediamo.

I familiari a carico
Innanzitutto sono considerati familiari fiscalmente a carico i membri della famiglia che nel 2012 hanno posseduto un reddito complessivo uguale o inferiore a 2.840,51 euro, al lordo degli oneri deducibili.
In questo limite di reddito di 2.840,51 euro che il familiare deve possedere per essere considerato fiscalmente a carico, devono essere considerate anche somme che non sono comprese nella nozione di reddito complessivo, quali ad esempio i redditi soggetti ad imposta sostitutiva (nuove iniziative produttive o nuovi minimi), oppure il reddito dei fabbricati assoggettato alla cedolare secca sulle locazioni.
Non esiste un limite di età per essere considerato a carico!
I figli possono essere considerati familiari a carico, anche se non conviventi o residenti all’estero indipendentemente dal superamento di determinati limiti di età. Si pensi al figlio che si è trasferito all’estero per motivi di studio.
Può essere considerato a carico anche se non convivente con il contribuente il coniuge non legalmente ed effettivamente separato.
Invece possono essere considerati a carico, a condizione però che convivano con il contribuente o che ricevano dallo stesso assegni alimentari non risultanti da provvedimenti dell’Autorità giudiziaria le seguenti persone:

  • il coniuge legalmente ed effettivamente separato;

  • i discendenti dei figli;

  • i genitori (compresi i genitori naturali e quelli adottivi);

  • i generi e le nuore;

  • il suocero e la suocera;

  • i fratelli e le sorelle (anche unilaterali);

  • i nonni e le nonne (compresi quelli naturali).


Le detrazioni per carichi di famiglia
La presenza di persone fiscalmente a carico porta anche al diritto ad una riduzione dell’imposta, cioè ad usufruire delle c.d. detrazioni di imposta.
Le detrazioni indicate nelle istruzioni sono “teoriche”, in quanto vanno rapportate al numero di mesi a carico (si pensi al figlio nato durante l’anno) ed alla percentuale per cui è a carico (ad esempio, al 50% a testa per i due genitori). Inoltre non sono costanti, in quanto decrescono al crescere del reddito fino ad annullarsi. Le modalità con cui decrescono sono dettagliatamente indicate nelle istruzioni della dichiarazione, ma non affannatevi a calcolarle! Oltre ad essere complicate, ci penserà il software del vostro commercialista o del vostro CAF.

Ecco quelle in vigore per la prossima dichiarazione dei redditi.

  • Detrazione per il coniuge a carico: è prevista una detrazione fino ad euro 800 decrescente all’aumentare del reddito, che si azzera se il reddito supera euro 80.000.

  • Detrazione per figli a carico: per ciascun figlio a carico è prevista una detrazione teorica pari a 800 euro per ciascun figlio di età superiore o uguale a tre anni, a 900 euro per ciascun figlio di età inferiore a tre anni (colonna 6 “minore di tre anni” del prospetto dei familiari a carico compilata), aumentata di 220 euro per ciascun figlio disabile, e di 200 euro per ciascun figlio a partire dal primo, per i contribuenti con più di tre figli a carico.

  • Ulteriore detrazione per figli a carico: Per i contribuenti con un numero di figli superiore a tre, per i quali si applicano le detrazioni per figli a carico spetta un’ulteriore detrazione di euro 1.200.

  • Detrazione per altri familiari a carico: Per ogni altro familiare a carico è prevista una detrazione teorica pari ad euro 750


Giova infine ricordare che per l’anno 2013 in corso aumentano le detrazioni d'imposta per i figli a carico, che potranno quindi farsi valere nella dichiarazione per il 2013 (Unico 2014 o 730/2014). In particolare: per ciascun figlio a carico la detrazione diventerà 950 euro, se di età inferiore a tre anni la detrazione sarà di 1.220 euro ciascuno; per ogni figlio a carico portatore di handicap, la detrazione diventerà 1.350,00 euro (prima era 1.020 euro, cioè 800 più 220); se di età inferiore a tre anni la detrazione sarà di 1.620 euro ciascuno.