Con Draghi lo spread crolla e il Mes potrebbe non servire più: ecco perché
La discesa dello spread, innescata dalla fiducia degli investitori nel tentativo di Mario Draghi, ha un primo effetto concreto sulle nostre tasche: come spiega Sky Tg24 riportando dati Investing.com, il Tesoro può indebitarsi a tassi più vantaggiosi. Il rendimento dei Btp è sceso, in questi giorni, a mezzo punto percentuale, meno della metà dell'estate scorsa, mentre la differenza di rendimento coi bund tedeschi è scesa sotto 100, ossia l’1%, per la prima volta da oltre 5 anni. Le previsioni degli analisti puntano su un ulteriore calo, secondo i più ottimisti fino a 60 punti, l’attuale livello della Spagna.
Questo miglioramento potrebbe avere effetti anche sul Mes, il fondo salva-Stati riconvertito alle spese sanitarie. Per quale motivo? Perché renderebbe meno distante, da un punto di vista finanziario, il costo che paghiamo per emettere Btp con quello che pagheremmo per avere il Mes.
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Ma quanto costano gli oltre 30 miliardi del Mes? Si parla di un prestito a tassi molto convenienti, vicini allo zero. Il costo può oscillare comunque tra poco sotto e poco sopra lo zero, nella peggiore delle ipotesi, non arriverebbe allo 0,2%. Questo perché il Mes raccoglie soldi sul mercato, a seconda della scadenza a 7 o 10 anni, a tassi negativi, e poi li gira agli Stati che ne fanno richiesta applicando ricariche minime.
Guardando ai nostri vicini di casa in Europa, la Spagna, ad esempio, paga un interesse simile per indebitarsi a 10 anni e, chiedendo il Mes, non avrebbe un grosso guadagno. Ecco il motivo per cui negli altri Paesi non si parla quasi più di Mes, tema invece molto “caldo” in Italia. Se l’effetto Draghi continuerà e se anche i tassi italiani, nelle prossime settimane, dovessero avvicinarsi allo zero, anche per il nostro Paese la discussione sul Mes potrebbe scemare.
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