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"Con la Blockchain abbattiamo la burocrazia che tiene in scacco le imprese"

Fleap / Thomas Iacchetti (Photo: Sandbox Srl)
Fleap / Thomas Iacchetti (Photo: Sandbox Srl)

Quando bisogna occuparsi della governance di una società – Spa o Srl che sia – ogni manager italiano sa che dovrà vedersela con la burocrazia. Molti documenti, la cui adozione è obbligatoria per legge, sono da sempre in formato cartaceo. Oggi, però, è possibile digitalizzare tutto grazie alla tecnologia Blockchain. Per questo è nato Fleap, il software per la digitalizzazione della governance societaria sviluppato dalla start-up milanese Sandbox.

Siamo di fronte al fenomeno della «tokenizzazione» degli asset aziendali. Un termine oscuro, dietro al quale si nasconde in realtà un concetto molto semplice: dalla carta si passa al bit. Certificati, verbali, registri, fascicoli. Non ci sarà più bisogno di disporre di enormi archivi, spesso polverosi, dove catalogare maree di scartoffie. Ora può essere tutto digitalizzato e reso immediatamente disponibile ai soggetti interessati. Come spiega ad HuffPost Thomas Iacchetti, amministratore delegato di Sandbox.

“La grande innovazione di Fleap è lo snellimento delle operazioni societarie. Fleap è in grado di gestire l’intera governance aziendale in modo completamente digitale. Una rivoluzione copernicana che permetterà di ridurre i tempi di gestione, aumentare l’affidabilità della conservazione dei documenti e certificare tutte le operazioni societarie”. Gestione e tenuta del libro soci; comunicazioni societarie via messaggistica interna con valenza legale; gestione dei libri societari; validazione notarile delle delibere. Tutte operazioni – tipiche della vita quotidiana di un’azienda – digitalizzabili grazie a Fleap.

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Thomas, nel 2011, a soli 26 anni, hai lanciato la tua prima start-up. Un portale di crowdfunding, quando ancora questo termine era visto come una parolaccia. Dopo, hai iniziato la tua collaborazione con InnoVitsLab, società di consulenza sempre legata al mondo dell’innovazione. Poi, nel 2019, è arrivata Sandbox. Da dove è nata l’idea di Fleap?

Per capire Fleap, dobbiamo partire proprio dalla società che l’ha sviluppato, Sandbox. Una start-up incubata nel Politecnico di Milano, operativa dal 2019, che ho fondato insieme ad altri tre soci, già impegnati in società di consulenza partner del Polihub, l’acceleratore d’impresa del Politecnico. Abbiamo da subito pensato un modello di business con l’obiettivo di trovare una soluzione efficace al peso della burocrazia nella vita delle imprese. Il 2020 è stato il grande anno. Sono passato in pianta stabile su Sandbox srl come AD e abbiamo spinto, con un team full time e i miei soci, a realizzare i nostri primi obiettivi: l’emissione di SFP nativi su DLT e la conseguente gestione, la digitalizzazione del libro soci di una Srl e la tenuta del libro soci su tecnologia Blockchain di una Spa. Primi successi, ma il bello deve ancora arrivare. A gennaio 2022 faremo il grande salto di qualità, con il lancio di Fleap. Anzi, è probabile che cambieremo la denominazione sociale di Sandbox direttamente in Fleap Srl, dato che è il progetto sul quale basiamo la nostra attività.

Puoi farmi qualche esempio degli ambiti di applicazione di Fleap?

Fleap si occupa di tante cose. Ha tante funzionalità: gestione e tenuta del libro soci su tecnologia DLT; comunicazioni societarie via messaggistica interna con valenza legale; gestione dei libri societari; validazione notarile delle delibere; integrazione di Webex per le call, progetti di trasferimenti interni di quote. Un software che permetterà la gestione della governance societaria in formato completamente digitale. L’assemblea societaria oggi come funziona? Ci si riunisce fisicamente, si vota su chiamata, per alzata di mano. Con Fleap è possibile utilizzare un tool grazie al quale votare in formato digitale su Blockchain. Senza obbligo di presenza. Le tre parole chiave sono: trasparenza, velocità e sicurezza.

E qui arriviamo alla Blockchain. Perché è fondamentale per Fleap?

Perché è l’unico certificatore sicuro, al cento per cento, di tutto ciò che avviene in assemblea. Con essa le aziende sono in grado di garantire l’incorruttibilità dei dati, la trasparenza e l’immutabilità del registro. Ti faccio un esempio. Durante un’assemblea i soci possono certificare la loro presenza tramite Blockchain. In questo modo possono votare anche senza essere presenti. Tutto certificato dal notaio e dall’amministratore, che possono validare non solo la presenza ‘virtuale’ dei soci, ma anche tutti i passaggi dell’assemblea, tra cui le votazioni.

A quali aziende vi rivolgete?

Il nostro è un mercato B2B. Ci rivolgiamo, ad esempio, ai commercialisti, che poi potranno vendere il software ai loro clienti. Oppure a soggetti che hanno partecipazioni o che si occupano della governance in molte realtà e quindi hanno bisogno di una gestione molto più efficiente delle proprie quote. E a società che hanno assemblee molto larghe, con molti soci. Ci rivolgiamo, infine, a tutti quei soggetti che vivono eventi societari come aumenti di capitale, trasferimento di quote, votazioni assembleari ecc.

Qual è il futuro di Fleap e di Thomas Iacchetti?

Fleap non dovrà fermarsi solo alla governance societaria. Dovrà occuparsi anche della digitalizzazione di tutti gli aspetti e i processi di un’impresa. Ad esempio, concentrandoci sullo sviluppo di una tecnologia in grado di efficientare i processi di gestione dei prodotti finanziari. L’imperativo è rendere le società più agili e tecnologiche. Il mio futuro? Non lo conosco, ma di una cosa sono certo: mai fermarsi a quello che abbiamo fatto fino ad oggi. Ma cercare di innovare il più possibile, tenendo sempre a mente il mio mantra personale: utilizzare la tecnologia del futuro per innovare modelli di business che possano essere utilizzati oggi.

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.