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Confindustria, l’Italia risale con esito incerto. Sbrigarsi con i vaccini

I prossimi due anni, compreso il 2021, per quanto riguarda il PIL italiano si tratterà di un semplice recupero del -8,9% perduto nel 2020. A scriverlo è il Centro Studi Confindustria (CSC) nel Rapporto di previsione appena pubblicato. Tuttavia tutto è condizionato alla campagna vaccinale, prima ci si sbriga a farla e prima si arriverà a una economia riaperta per davvero e che può produrre.

Nel 2021, il Centro studi stima una crescita del PIL italiano del +4,1% e nel 2022 del +4,2%.

“A fine 2022 l’economia dovrebbe colmare la voragine aperta nel 2020 dalla pandemia. Rispetto allo scenario di ottobre, per il 2021 si ha una revisione al ribasso di -0,7 punti. Questa previsione è condizionata all’avanzamento della vaccinazione di massa in Italia ed Europa: l’ipotesi è che il Covid sia contenuto in modo efficace dai prossimi mesi”.

Questa è l’analisi sintetica di Confindustria. L’Italia ha quindi perso slancio in questa prima parte del 2021 e ne consegue una riduzione delle stime di crescita. A rinviare la ripresa la situazione sanitaria che resta grave in Italia come nel resto d’Europa, perché non va dimenticato che i principali Paesi europei verso cui l’Italia esporta grandi quantità di merci sono ora in lockdown.

Next Generation EU contributo importante

Il CSC considera importante il contributo alla risalita del PIL che potrà dare il piano europeo Next Generaion EU. Confindustria stima che i fondi previsti in arrivo entro questo anno valgono il +0,7% del PIL nazionale nel 2021, che altrimenti andrebbe sottratto alla stima.

Le esportazioni dell’industria italiana

La caduta profonda dell’esportazione dell’industria italiana verificatasi nel 2020 (-13,8%), risalirà nel 2021 con un quasi totale recupero (+11,4%), mentre nel 2022 si stima un +6,8% nelle esportazioni che garantirà un recupero pressoché totale delle perdite contratte nell’anno pandemico.

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Saranno la domanda dell’Unione Europea e degli Stati Uniti in particolare a far compiere il balzo all’export dell’Italia, secondo Confindustria.

Gli investimenti

Per quanto riguarda gli investimenti, che nel 2020 sono caduti del -9,1%, sono previsti aumentare a ritmi elevati con un recupero della perdita nel 2021 (+9,2%), mentre nel 2022 si andrà oltre i valori pre-Covid con un +9,7%.

Il CSC fa notare che parte delle perdite degli investimenti subite nel 2020 sono state recuperate nella finestra delle riaperture dello stesso anno.

Il rincaro delle materie prime

Il rincaro delle materie prime preoccupa Confindustria. L’Italia è un forte importatore di materie prime, in particolare dei metalli che negli ultimi mesi sono balzati in avanti in modo significativo.

“Sebbene in prospettiva alcuni di questi rialzi dovrebbero essere temporanei, eserciteranno una pressione al ribasso sui margini delle imprese italiane e sul loro cash flow nel 2021, che si somma al problema di fatturati già compressi nel 2020”, scrive il CSC.

Il debito pubblico

Nel 2020 il rapporto debito pubblico/PIL è balzato di 21 punti al 155,7%. La decrescita è prevista a partire dal 2022 al 152,9%.

“Cruciale, in questa situazione di alti debiti, è preservare la fiducia riconquistata dall’Italia sui mercati finanziari. Il tasso di interesse sui BTP decennali è sceso ai minimi storici (0,6% a marzo): un elemento molto favorevole dello scenario”, scrive Confindustria.

This article was originally posted on FX Empire

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